[1] R. McCormmach [1970]. "H.A.Lorentz and the Electromagnetic View of Nature", in Isis, 61, pp.459-497.

[2] Panofsky, Phillips [l9642], Classical Electricitly and Magnetism, Addison and Wes1ey. Vedi anche Resnick [l968], Introduction to Special Relativity, Wiley.

[1] Vedremo in seguito come, in ultima analisi, questo modo di vedere le cose derivi almeno in parte dalla sintesi che Lorentz operò fra i concetti e le teorie dibattuti fra le due scuole nella seconda metà dell'800.

[2] Vedi F. Bevilacqua [l983].

[3] Maxwell [l873], p. X.

[4] Vedi F. Bevilacqua [l983].

[5] Hertz [l892], tr. 1978; p. 206.

[6] Hertz [l892], tr. 1978; p. 207.

[7] Hertz [1892], tr. 1978; p. 207.

[8] Hertz [1892], tr. 1978; ib.

[9] Vedi Feynman [1963], tr. 1968, Vol. I, parte II, Cap. 28.

[10] Hertz [1892], tr. 1978; p. 207-208.

[11] Hertz [1892], tr. 1978; p. 209.

[12] Hertz [1892], tr. 1978; ib.

[13] Hertz [1892], tr. 1978; ib.

[14] Hertz [1892], tr. 1978; p. 210.

[15] Hertz [1892], tr. 1978; ib.

[16] Vedi McCormmach [1973].

[17] Vedi Lorentz [1909], ed. 1952; pp. 1-2.

[18] Per modello meccanico si intende una struttura composta di elementi identificabili con posizioni e velocità definite, oppure un continuo dotato di inerzia e governato dalle leggi della meccanica.

19 Lorentz [l909], ed. 1952; pp.1-2.

[*] Le lettere sottolineate indicano vettori.

[a . b] indica il prodotto vettoriale fra a e b;

(a . b) indica il prodotto scalare fra a e b.

20 Lorentz [1909], ed. 1952; pp. 5-6.

21 Lorentz [l909], ed. 1952; pp. 6-7.

[22] Vedi Lorentz [l9O9], ed. 1952; pp-7-8.

23 Lorentz [l909], ed. 1952; pp.8-9.

[24] Lorentz [1909], ed. 1952; pp. 45-46.

25 Lorentz [l909], ed. 1952; pp. 10-11.

[26]Lorentz [1909], ed; 1952; pp; 11-13.

27Lorentz [1909], ed. 1952; pp. 13-15

[28]Lorentz [1909], ed. 1952; p. 17

[29] Poynting [1884], p. 343.

[30] Lorentz [1909], ed. 1952; pp. 22-24.

[31] Lorentz [1909], ed. 1952; p. 24.

[32] Poynting [1884], p. 350.

[33] Lorentz [1909], ed. 1952; pp. 25-26.

[34] L.S. Swenson D.S.B. [1974].

[35] Vedi L.S. Swenson [1972], cap. I.

[36] Huygens [1690], tr.1912, pp. 3-4.

[37] Young [1802], p. 14.

[38] Young [1804], pp. 74-75.

[39] Maxwell [1878], in Encilopaedia Britannica ed. 1893, p. 572.

[41] Maxwell [1878], p. 570.

[42] Michelson [1881], p. 120.

[43] Michelson [1881], p. 120.

[44] Vedi Michelson e Morley [1877].

[45] Quell del 1881 non era abbastanza precisa per essere significativa e conteneva anche un vero e proprio errore sostematico, consistente nel trascurare l'influenza del moto della Terra sulla velocità della luce lungo il braccio perpendicolare dell'apparato.

[46] Vedi anche Born [1962], tr. 1969, cap. V, [[section]] 14.

[47] Vedi anche Resnick [1968], tr. 1969, p. 23.

[48] Il fenomeno dell'aberrazione stellare, scoperto da J. Bradley nel 1725 (o '27), consiste, come noto, nel fatto che le stelle fisse riferite a coordinate astronomiche so1idali con la Terra descrivono in un anno solare piccole orbite ellittiche. In altri termini, per osservare una stella fissa si deve inclinare di un certo angolo [[alpha]], detto appunto angolo di aberrazione, il telescopio.

Questo fenomeno, già attribuito dallo stesso Bradley a una combinazione del moto della luce con il moto della Terra nella sua orbita, aveva nelle teorie dell'etere stazionario la spiegazione più semplice (almeno fino a quando non si interponevano mezzi trasparenti): la velocità dell'etere relativa alla Terra e la velocità della luce relativa all'etere si compongono, dando ragione dell'angolo di aberrazione [[alpha]]. Questo è un effetto al I ordine in in quanto è tan [[alpha]] = [[upsilon]] / c(Fig.12):

Fig. 12

Nella teoria di Stokes, l'interpretazione dell'aberrazione era più complicata e perciò meno largamente accettata.

[49] Michelson [1881], p. 128.

[50] Stokes [1846].

[51] Michelson [1881], p. 341..

[52] Michelson e Morley [1887], p. 341.

[53] Si tratta della teoria corpuscolare della luce che aveva le sue radici nell'ottica di Newton. Nel XVIII secolo rimanevano ad essa fedeli in Europa diversi scienziati fra cui Priestley. Vedi anche Swenson [1972], PP- 8-9, 15.

[54] In effetti questo proposito non fu attuato.

[55] Vedi Lorentz [1895], [1899], (in 1935-1939), [1904] (ed.1952), [1909] (ed.1952).

[56] Non ci soffermiamo su questo interessante capitolo, ma vi accenniamo brevemente

[57] Lorentz [l895], "Michelson's interference experiment" in AAVV, The Principle of Relativity, Dover, 1952, p. 4.

[58] Lorentz [1892b] , in (1935-39), 4, p. 221.

[59] Vedi Lorents [1895] e [1899] in (1935-1939), [1904] (ed. 1952), 1909 (ed.1952).

[60] Ibid.

[61] Lorentz [1909] (ed.1952), pp. 201-202.

[62] Quello dovuto alla differenza fra i tempi.

[63] Lorentz [1895], (vedi nota 57) p.6.

[64] Lorentz [1909] (ed.1952), p. 196.

[65] Vedi anche Feynmann [1963] in [1968], Vol.I 15-3; Born [1962] tr. 1969, pp. 258-59; Resnick [1968] tr. 1969, p. 22-23.

[66] Vedi anche Born [1962| tr. 1969, p. 164; Halliday-Resnick [1966] tr. 1970, p. 494.

[67] Lorentz [1892b] in (1935-39), pp. 220-221.

[68] Vedi Lorentz [1895] (nota 57), Cap.IV, pp.4-6.

[69] Vedi Duhem [l9l4], tr. 1978, Cap. IV, VI.

[70] F. Bacone, II parte di Instauratio Magna pubblicata nel 1620.

[71] Duhem [1914], tr. 1978, p.212.

[72] Duhem [1914], tr. 1978, p.208.

[73] Duhem [1914], tr. 1978, p.208.

[74] Duhem [1914], tr. 1978, p.161.

[75] Duhem [1914], tr. 1978, p.206.

[76] Duhem [1914], tr. 1978, p.207.

[77] Duhem [1914], tr. 1978, p.208.

[78] Duhem [1914], tr. 1978, p.211.

[79] Duhem [1914], tr. 1978, p.209.

[80] Vedi Lakatos [1974], tr. 1976, pp.236-242.

[81] Lakatos [1974], tr. 1976, P.240.

[82] Dal 1902 al 1930, inoltre, l'esperimento fu ripetuto in luoghi diversi da diversi fisici. Dallo stesso Michelson, con altri collaboratori, fu fatto un nuovo tentativo nel 1929 .

[83] Vedi anche Swenson [1972].