OPERE

 

Parte seconda

Le forze dell’elettricità atmosferica nel movimento muscolare

Scoperte le cose che abbiamo sopra esposto circa le forze dell´elettricità artificiale nelle contrazioni muscolari, ci sembrò la cosa migliore indagare se l´elettricità che è detta atmosferica producesse gli stessi fenomeni o no: se cioè, usati gli stessi accorgimenti, come le scintille così anche le folgori suscitassero contrazioni muscolari. Innalzammo quindi all´aria aperta un lungo conduttore adatto allo scopo, cioè un filo di ferro, nel luogo più alto della casa, e lo isolammo (fig. 7, tav. 2). A questo, allo scoppiare del temporale, appendemmo per i nervi o rane preparate o arti di animali a sangue caldo, come nelle fig. 20, 21 tav. 4. Collegammo anche un altro conduttore, cioè un altro filo di ferro alle loro zampe, e questo era lunghissimo e arrivava a toccare l´acqua del pozzo indicato nella figura. La cosa si svolse, come speravamo, proprio come con l´elettricità artificiale; tutte le volte che balenavano i fulmini, nello stesso momento tutti i muscoli cadevano in contrazioni veementi e molteplici, cosicché proprio come il balenare e la luce dei lampi, i movimenti e le contrazioni muscolari di quegli animali solevano precedere i tuoni e quasi annunciarli. Fu anzi così grande la risposta del fenomeno che le contrazioni si manifestavano sia quando nessun conduttore era applicato ai muscoli, sia quando il conduttore dei nervi non era isolato, anzi, al di là di ogni speranza e opinione, si poterono osservare le stesse cose anche avendo collocato il conduttore in luoghi più bassi (fig. 8, tav. 2), soprattutto se era stata grande la forza dei fulmini e se essi erompevano da nubi più vicine al luogo dell´esperimento, oppure se qualcuno teneva in mano il filo di ferro F nel momento in cui i fulmini balenavano.
Il fenomeno poi si verificava sia che l´animale fosse esposto all´aria aperta, sia che per comodità fosse chiuso in un vaso adatto, come nella fig. 7 o tenuto dentro la stanza. Accadeva altresì, anche se il conduttore dei nervi era ad una certa distanza dai nervi stessi, soprattutto se i fulmini erano più forti o più vicini, nel modo in cui dicemmo che ciò avveniva nell´elettricità artificiale, con scintille più forti o scoccate più vicino all´animale. Infine si verificava questo fenomeno degno di nota: nel caso del fulmine, la cosa non si risolveva con una contrazione dei muscoli soltanto come nel caso della scintilla, ma con più contrazioni che si susseguivano uno dopo l´altra quasi ad ogni istante, il numero delle quali sembrava corrispondere al numero di fragori che suole produrre il tuono. Però tali contrazioni non si manifestavano soltanto in conseguenza delle folgori ma si manifestavano quasi spontaneamente anche quando il cielo era minaccioso e le nubi passavano vicino ai conduttori dei nervi che avevamo innalzato; quando ciò succedeva gli elettrometri davano segnali non lievi di elettricità e non di rado alcune scintille potevano scoccare dagli stessi conduttori collocati in alto; diversamente, quando le contrazioni si ottenevano dallo scagliarsi dei fulmini, era più probabile che non scoccasse nessuna scintilla e gli elettrometri più precisi a stento davano un qualche indizio di elettricità.
Prove di questo genere furono fatte non soltanto su animali morti ma anche su animali vivi e il fenomeno si manifestò in entrambi i casi. Non tralasciammo nessuna delle cose che avevamo sperimentato con l´elettricità artificiale e tutto avvenne nello stesso modo. Ad una prima osservazione fu notata invero questa differenza di non lieve interesse, cioè che le rane preparate che erano chiuse insieme a un conduttore adatto nella macchinetta di vetro (fig. 6, tav. 1), separate da una certa distanza dal conduttore della macchina elettrica, allo scoccare della scintilla, come abbiamo detto, si muovevano violentemente, mentre quando il fulmine erompeva dalle nubi, stavano assolutamente ferme; forse perché, se una qualche elettricità giungeva alla macchinetta dalla nube elettrica per mezzo del conduttore, essa era troppo esigua ed occupava una parte troppo esigua della superficie esterna di quella, cosicché non bastava a produrre le contrazioni, oppure perché nessuna elettricità arrivava alla macchinetta; nel modo in cui forse per lo stesso motivo mancano le contrazioni, allo scoccare della scintilla, se la macchinetta non è vicina alla macchina elettrica ma è collocata vicino a quell´estremità del conduttore EE (fig. 3, tav. 1) che è lontana dalla macchina stessa.
Quindi, ad una attenta osservazione del fenomeno, il modo di agire dell´elettricità artificiale e di quella atmosferica appare simile. Per ottenere quelle contrazioni all´interno della macchinetta di vetro, sarebbe forse necessario che l´atmosfera elettrica circondasse la macchinetta completamente o in gran parte, cosa che sembra non accadere per il luogo in cui è posta la macchinetta e per le modalità dell´esperimento suesposti. Analizzato il fenomeno ed esaminatene anche le leggi, scoprimmo che esse si conservano in modo non dissimile sia nell´elettricità atmosferica che in quella artificiale. Poi, avendo indagato le forze dell´elettricità, come dicono, tempestosa e delle folgori e dei fulmini, ci venne in mente di sperimentare anche che cosa facessero i lampi estivi e serotini sugli animali preparati alla solita maniera. Perciò adattammo gli stessi animali al nostro conduttore atmosferico, non solo quando in cielo c´erano i fulmini del temporale ma anche quando il cielo lampeggiava per i lampi estivi e serotini. Non si ebbe però mai alcuna contrazione forse perché i bagliori di quel tipo non dipendono dall´elettricità o se dipendono da essa, o perché sono troppo lontani o per un´altra ragione, si comportano diversamente dalle folgori. Ma queste cose le vedranno soprattutto i fisici.