OPERE

 

Parte quarta

Alcune congetture e corollari

Dalle cose comprese ed esplorate fin qui, mi pare che risulti abbastanza chiaramente che negli animali è presente un´elettricità, che ci sembra di poter chiamare, col Bartholon e con altri, col nome generico di elettricità animale. Questa è contenuta, se non in tutte, nella maggior parte delle membra degli animali; ma si manifesta nel modo più vistoso nei muscoli e nei nervi. Sembra che questa abbia una caratteristica peculiare, non conosciuta prima, di passare con forza dai muscoli ai nervi, o piuttosto da questi a quelli, di permeare immediatamente l´arco, o una catena d´uomini, o qualunque altro corpo conduttore, che conduca attraverso la via più breve e spedita dai nervi ai muscoli, e di scorrere per questo con grande velocità da questi a quelli.
Da ciò sembrano derivare soprattutto due conclusioni: cioè che l´elettricità in queste parti è duplice, una positiva, come sembra di dover credere, l´altra negativa, e che l´una sia completamente separata dall´altra per natura: diversamente, infatti, stabilitosi un equilibrio non ci sarebbe nessun movimento, nessun passaggio di elettricità, e nessun fenomeno di contrazioni muscolari.
Però, in quale tra dette parti si trovi una elettricità, in quale l´altra; se cioè una sia nei muscoli, l´altra nei nervi, o se entrambe siano in uno stesso muscolo, e da quale parte fluisca, certamente è difficile a definirsi. In questa oscurità di cose, tuttavia, se mi è lecito fare un´ipotesi, l´animo inclina a collocare la sede di entrambe le elettricità nei muscoli.
Infatti, anche se è per lo più necessario per ottenere le contrazioni muscolari che si apponga un´estremità dell´arco ai nervi, separati dai muscoli, e l´altra, come abbiamo detto, ai muscoli, tuttavia non ne consegue che i nervi spicchino per una loro propria elettricità, cosicché una abbia sede in questi, e l´altra nei muscoli; allo stesso modo nella bottiglia di Leida, anche se un´estremità dell´arco suole essere applicata alla superficie esterna della stessa bottiglia e l´altra al suo conduttore, affinché lo scorrere dell´elettricità si svolga da una superficie all´altra, tuttavia non si può inferire che l´elettricità, che si manifesta nel conduttore, sia peculiare e dissimile da quella che è raccolta nel fondo della bottiglia; anzi consta che essa spetta del tutto alla superficie interna e carica e che entrambe le elettricità, anche se contrarie, sono contenute nella stessa bottiglia.
Perciò, se si guarda il grande numero di contrazioni che si ottengono in un animale preparato, numero al quale non sembra possa corrispondere quella piccola quantità di elettricità che è contenuta nella piccola parte di nervo superstite, dopo la separazione, nei muscoli preparati; se inoltre si considerano quelle molte prove, fornite dalle funzioni animali, che dimostrano chiaramente che il fluido nervoso, che abbiamo già dimostrato essere elettrico, scorre liberamente e velocemente per i nervi; se infine si ha una spiegazione non oscura e difficile dei fenomeni, facendoli derivare dall´una e dall´altra elettricità, che si trovano nel muscolo, come poi dimostreremo, non sembrerà lontano dal vero che la sede dell´elettricità da noi esplorata sia il muscolo e che il nervo invece funga da conduttore.
Ammesso questo, non sarebbe forse inopportuna, né del tutto lontana dalla verità l´ipotesi o congettura, che paragonasse in qualche modo la fibra muscolare ad una piccola bottiglia di Leida o ad altro simile apparecchio elettrico, munito di una elettricità duplice e contraria; e paragonasse in qualche modo il nervo al conduttore della bottiglia e il muscolo intero ad un insieme di bottiglie di Leida. Facilmente ammetterebbe, poi, che non è lontano dalla verità che una elettricità duplice e contraria possa stare in uno stesso muscolo, chi consideri che la fibra muscolare, benché sembri semplicissima ad una prima osservazione, tuttavia è composta da diverse parti, ora solide, ora fluide, che portano in essa una grande varietà di sostanze. La sensibilità, che si trova in qualunque punto della fibra muscolare ammonisce non oscuramente della presenza in essa di sostanza nervosa, del tutto dissimile dalla muscolare. Poiché questa sostanza nervosa, che è in ogni punto della fibra, non ha niente a che fare coi nervi, né si può vedere, ma si conosce solo per la sensibilità, che cosa ci impedisce di congetturare che questa sia dissimile almeno in parte dalla sostanza dei nervi visibili, o disposta in altro modo, e perciò abbia forse natura elettrica, e che invece il nervo sia condotto fuori dalla fibra muscolare come conduttore? Ma questo risulterà più chiaro forse da quelle cose che fra poco diremo sui nervi.
Però molto più difficilmente potrà negare la presenza di una duplice elettricità in una stessa fibra muscolare chi avrà giudicato non difficile e lontano dal vero che la fibra muscolare abbia due superfici opposte tra loro, cioè una esterna ed una interna sia per la cavità, che alcuni attribuiscono alla fibra muscolare, sia per la diversità delle sostanze, di cui abbiamo detto essere composta, che non consente alla sostanza muscolare di essere senza cavità e superfici.
Infine, se qualcuno penserà per un momento alla pietra tormalina, nella quale le più recenti scoperte sembrano far credere che si trovi una elettricità duplice e contraria, quello vedrà una nuova prova, desunta dall´analogia, per la quale una ipotesi di questo tipo non sarà infondata. Ma, comunque sia, ci è sembrato di constatare fra le scarica del fluido elettrico della bottiglia di Leida e le nostre contrazioni tanta somiglianza di cause e di fenomeni, che non potemmo allontanare il pensiero da questa ipotesi e comparazione, e impedirci di attribuire ad una causa simile sia quella sia queste.
Infatti, soprattutto con tre sistemi l´elettricità erompe dalla superficie interna della bottiglia di Leida: cioè col contatto del suo conduttore con un corpo che sia un buon conduttore, con l´avvicinamento dell´arco, e infine col fare scoccare la scintilla dal conduttore di una macchina elettrica, come noi abbiamo ora osservato. Ora, proprio con questi tre metodi abbiamo visto che si ottengono le contrazioni dei muscoli: cioè col contatto del nervo armato, che considerammo conduttore del muscolo, coll´avvicinare l´arco sia al nervo sia al muscolo con le sue estremità, infine con lo scoccare della scintilla.
E tra quegli artifici, come quello che tra tutti è il più adatto e valido per provocare l´erompere dell´elettricità dalla bottiglia di Leida è l´arco, così abbiamo già visto che questo è anche il più idoneo tra tutti a suscitare le contrazioni muscolari; parimenti abbiamo già dimostrato che, come l´uso dell´arco a malapena riesce a provocare l´erompere dell´elettricità, a meno che il conduttore non sporga fuori dall´apertura della bottiglia, e soprattutto non sporga e sia distante da quella parte di essa in cui (all´interno della bottiglia) è contenuta la materia conduttrice, così lo stesso arco a malapena serve a provocare le contrazioni se i nervi siano stati tagliati vicino ai muscoli.
Ma per quel che riguarda lo scoccare della scintilla, la somiglianza è di gran lunga maggiore di quanto abbiamo detto finora: e per comprendere meglio ciò, avvertiamo che per caso osservammo che, scese le tenebre, subito una fiammella luminosa brillava sul conduttore acuminato della bottiglia di Leida carica, e, dopo un po´ di tempo veniva meno spontaneamente. Poi, dopo che quella vien meno, se la bottiglia è stata collocata ad una certa distanza dal conduttore della macchina, e dallo stesso conduttore si fa scoccare una scintilla, la fiammella riappare di nuovo, proprio nel momento in cui scocca la scintilla, e subito dopo svanisce; e così, scoccata la scintilla, alternativamente sorge e si spegne. Una fiammella di questo genere offre una prova nuova e non di poco peso, che noi tentammo in vario modo di sperimentare con le nostre indagini, dell´analogia già proposta. Infatti come quella fiammella si presenta allo scoccare della scintilla, così, come abbiamo detto, le contrazioni vengono suscitate allo scoccare della scintilla. Inoltre, nel modo in cui, se alla superficie esterna della bottiglia si applica un conduttore (specialmente se questo è in comunicazione con la terra), nel momento in cui la fiammella provocata dalla scintilla vien meno o langue, subito, ad un nuovo scoccare della scintilla quella luminosità riappare e si rinnova, così, abbiamo già avvertito, accostato il medesimo corpo conduttore ai muscoli mentre scoccano le scintille, si rinnovano le contrazioni che erano venute meno e riprendono forza quelle che languivano. Parimenti, come la fiammella riappare allo scoccare della scintilla, sia che il conduttore della bottiglia sia rivolto alla macchina sia che si trovi dall´altra parte, così anche le contrazioni si manifestano, come abbiamo detto, sia che i nervi e il loro conduttore siano dalla parte della macchina, sia che siano dalla parte opposta. Se poi si chiude quella parte del conduttore che sporge dall´apertura della bottiglia in un tubo di vetro o di resina, allo scoccare della scintilla la fiammella vien meno, non diversamente da come le contrazioni non si manifestano se i nervi siano chiusi nello stesso tubo, anche se tutto il resto dell´animale è esposto all´aria libera.
Inoltre nel modo in cui, se la bottiglia è posta entro un altro vaso di vetro avvolto in un foglio metallico, per il solo contatto di quel vaso esterno, mentre scocca la scintilla, la fiammella che langue rinasce e quella che vien meno si riprende, così se il vaso in cui si trova l´animale è posto entro lo stesso vaso come nella figura 3, tav. 1, per il contatto del vaso stesso, allo scoccare della scintilla, si rinvigoriscono le contrazioni che languivano e riappaiono quelle che erano venute meno.
Come però svanisce ogni presenza di quella fiammella elettrica, allo scoccare della scintilla, se il conduttore della superficie interna non sporge fuori dell´apertura della bottiglia o se, pur sporgendo, si congiunge ad esso un altro conduttore e si porta quest´ultimo fino alla superficie esterna della bottiglia, così, allo scoccare della scintilla, cessano le contrazioni, come abbiamo detto, se il nervo non sporge dai suoi muscoli corrispondenti e dalle parti contigue o se, pur sporgendo, un altro conduttore sia congiunto a quello e sia portato fino ai muscoli o ai loro conduttori.
Ma, anche se questa ipotesi e questo paragone presentano una verosimiglianza non trascurabile, tuttavia ci sono alcune cose che sembrano essere in grande contrasto con essi. Infatti, o i nervi sono di natura idioelettrica, come alcuni ammettono, e allora non potranno fungere da conduttori; oppure sono conduttori, e come potrà dunque accadere che sia contenuto in essi un fluido elettrico animale e che questo non vaghi e si diffonda alle parti vicine, certamente a grande discapito delle contrazioni muscolari? Ma a questa difficoltà facilmente soccorre chi immagini che i nervi siano cavi all´interno, o almeno siano composti di una qualche materia adatta allo scorrere del fluido elettrico, e siano invece composti all´esterno di una sostanza oleosa o di un´altra materia che impedisca la dispersione e il diffondersi del fluido elettrico che scorre in essi. Tale struttura e compagine dei nervi, invero, farà sì che essi possano adempiere ad entrambe le funzioni, cioè di condurre il fluido neuro-elettrico e insieme di evitare una dispersione di questo, e corrisponderà sia all´economia animale sia agli esperimenti; poiché l´economia animale sempre sembra postulare spiriti animali chiusi entro i nervi; mentre gli esperimenti ci dimostrano che i nervi sono fatti soprattutto di sostanza oleosa: infatti non soltanto dai nervi, per distillazione si ottiene una ingente quantità di olio, e di gran lunga maggiore di quella che si ottiene dai muscoli, ma la quantità di gas infiammabile che noi ottenemmo da questi, coi metodi recenti, fu maggiore di quella che mai si poté trarre da qualunque altra parte dell´animale, e questo gas fu di tale natura che , acceso, emise una fiamma più viva e più pura e di gran lunga più duratura di quella che è solito produrre lo stesso gas infiammabile tratto dalle altre parti, indizio certamente non di poco conto di una maggiore abbondanza di sostanza oleosa nei nervi.
Né invero questa sostanza idioelettrica che si trova nei nervi che sembra impedire che il fluido neuro-elettrico si disperda (non senza grave danno), impedirà che lo stesso fluido, scorrendo per l´intima sostanza conduttrice dei nervi, all´occorrenza esca dai nervi, per provocare le contrazioni, e attraverso l´arco si trasferisca ai muscoli con grande velocità, conformemente al suo comportamento e alla sua natura. Come infatti, anche se il conduttore di una bottiglia di Leida è rivestito di cera (se lo strato di cera è sottile o anche se è piuttosto spesso ma è rivestito da un sottile foglio metallico - purché non superi certi limiti di spessore, come noi piuttosto spesso sperimentammo), si ottiene tuttavia la scarica avvicinando l´arco, così il fluido elettrico potrà defluire dal nervo, forse costruito dalla natura in modo simile, e soprattutto se è armato ad arte, e provocare le contrazioni.
Ci sia dunque lecito seguire una ipotesi di questo genere, forse non improbabile, che tuttavia abbandoneremo subito non appena i dotti dissentiranno da questa o dimostreranno che ce n´è un´altra più opportuna, per le scoperte dei fisici o per i nuovi esperimenti svolti in materia.
Poche cose ora sulla natura di questa elettricità animale, che fu lecito inferire in base agli esperimenti narrati. Ci sono quindi alcuni punti in comune con l´elettricità artificiale e volgare, altri con l´elettricità della torpedine e di altri animali i questo genere. Sono punti in comune con l´elettricità volgare le seguenti caratteristiche.
In primo luogo essa trova una via libera e facile attraverso quei corpi per i quali l´elettricità comune è solita scorrere cioè prima di tutto attraverso i metalli, e tra questi attraverso i metalli più perfetti e nobili, come oro e l´argento, poi attraverso quelli meno nobili, come il rame, il ferro, lo stagno, il piombo, poi attraverso quelli imperfetti, del qual genere è l´antimonio, e infine attraverso le minere; parimenti trova una strada facile e libera attraverso l´acqua e i corpi umidi, più difficile attraverso le pietre, le terre, i legni; ha infine la via ostruita e del tutto bloccata attraverso corpi vitrei, resinosi, oleosi, per cui accade che se i metalli sono stati stratificati su un piano coibete, non diversamente dall´elettricità comune e artificiale, questa elettricità è solita accumularsi in essi e provocare effetti di gran lunga maggiori, cioè è solita suscitare contrazioni più intense e durature che se gli stessi metalli comunicassero liberamente con altri corpi conduttori. In secondo luogo la scelta, nel suo scorrere, della via più libera e più spedita, come gli archi, gli angoli, le punte. In terzo luogo ha natura duplice e contraria, cioè positiva e negativa. In quarto luogo una adesione continua, costante per ore, ai muscoli, non diversamente da come l´elettricità è solita aderire a lungo ai corpi elettrici per natura. In quinto luogo essa si rinnova spontaneamente e mantiene a lungo questa capacità. In sesto luogo l´insigne incremento delle forze di questa quando si usa l´artificio, come dicono, dell´armatura, fatta di quello stesso metallo con cui i fisici hanno l´abitudine di armare i corpi vitrei e resinosi.
Sono poi soprattutto queste le proprietà comuni con l´elettricità della torpedine e di animali di questo genere. Una sorta di circuito elettrico da una parte all´altra dell´animale e questo attraverso l´arco o traverso l´acqua che fa le veci dell´arco, come capirono i fisici. Perciò appare chiaramente che tale circuito non è proprio solo della torpedine o di animali simili ma forse della maggior parte degli animali, se si usano i nostri artifici. Inoltre come in quella elettricità, così in questa mancano la sensazione quasi di una leggera aura e l´attrazione o la repulsione di corpi leggerissimi e infine gli indizi del più piccolo movimento negli elettrometri fino ad ora inventati.
Ma la nostra elettricità animale ha anche in comune con l´elettricità di questo tipo che, senza alcun artificio, né frizione, né calore né altre cose di questo genere dalle qual sia suscitata, è quasi preparate dalla natura e subito pronta e si manifesta al solo contatto. Anzi è tanta la prontezza ad agire in questa elettricità degli animali che noi sperimentammo, che, se si tocca il tubo vertebrale, nel punto in cui è armato, anche solo con un corpo coibente, nondimeno non di rado si manifestano le contrazioni, soprattutto in un animale ucciso di recente e preparato; spesso poi si manifestano se lo stesso corpo coibente è spinto contro il foglio metallico così che il contatto del foglio col nervo che esce dal tubo vertebrale o aumenti o muti, cosa che non so se si possa affermare della torpedine.
Al contrario questo solo sembra essere proprio della torpedine e degli animali affini, cioè il fatto che siano in grado a loro arbitrio e volontà di indirizzare ed emettere fuori dalla cute l´elettricità cosicché essa compia al di fuori del corpo il suo circuito e con tanta abbondanza e forza da produrre, per ascoltare i fisici, una scintilla, così da provocare una scossa e una forte sensazione dolorosa e da colpire talvolta i piccoli animali che si imbattono in questo circuito tanto da ucciderli o stordirli e spaventarli. Ma queste cose forse indicano una presenza più abbondante di elettricità negli animali di questo genere e una forza maggiore, non un tipo di elettricità diversa; e forse un giorno si potranno trovare artifici con i quali ottenere effetti di questo genere anche in altri animali.
Ciò che abbiamo scoperto negli altri animali circa le forze e il comportamento di un circuito elettrico di questo genere e la via e mezzi attraverso i quali scorre, potrà forse fare un po´ di luce sullo stesso circuito nella torpedine e negli animali affini e ancora da una più diligente analisi e osservazione degli organi adatti a questa funzione di questi animali queste nostre scoperte potranno ricevere luce. Gli strumenti forse saranno simili e saranno gli stessi i termini del circuito elettrico, i muscoli e i nervi.
Questo riguardo all´indole e natura dell´elettricità animale. Ora poche cose circa la sua origine. Non mi sembra che questa sia diversa da quello che i fisiologi fino a questo momento hanno indicato per gli spiriti animali, cioè il cervello. Infatti, benché abbiamo indicato l´elettricità come inerente ai muscoli, tuttavia non pensiamo che essa emani da questi come dalla propria fonte naturale. Infatti poiché tutti i nervi, sia quelli che vanno ai muscoli sia quelli che arrivano alle altre parti del corpo, sembrano essere del tutto gli stessi come per l´aspetto così per la natura, chi negherà a buon diritto che tutti portino un fluido dello stesso tipo? Ma abbiamo già mostrato precedentemente che il fluido elettrico scorre attraverso i nervi dei muscoli, quindi scorre attraverso tutti i nervi, Quindi attingeranno lo stesso fluido da una fonte unica e comune, cioè dal cervello, dal quale tutti i nervi si originano. Diversamente infatti ci sarebbero tante fonti quante sono le parti in cui terminano i nervi ed essendo queste molto diverse per natura e costruzione non sembrano adatte ad elaborare e secernere, come è opportuno, uno stesso fluido.
Quindi crediamo verosimile che il fluido elettrico sia preparato dall´essenza del cervello, che sia liberato dal sangue, e che penetri nei nervi e scorra all´interno di questi, sia che essi siano cavi e vuoti, sia che, come sembra probabile, portino una linfa leggerissima o un altro particolare fluido leggerissimo, secreto, come ritiene la maggior parte [degli studiosi], dalla corteccia cerebrale. E se sarà dimostrato questo, finalmente, la recondita natura degli spiriti animali, sulla quale si è a lungo inutilmente indagato, forse ci si presenterà sotto una luce più chiara. Ma certamente, comunque stiano le cose, dopo questi nostri esperimenti, nessuno in futuro metterà, come penso, in dubbio, la natura elettrica degli spiriti animali. E anche se noi, forse per primi, mostrammo questa elettricità nel nostro pubblico Teatro Anatomico, basandoci sul ragionamento e soltanto su alcune osservazioni, e numerosi uomini celeberrimi già da tempo ne hanno parlato, tuttavia non avrei mai pensato che la fortuna ci fosse tanto amica da concedere forse a noi per primi di toccare quasi con mano questa elettricità nascosta nei nervi, di tirarla fuori da essi e quasi di porla sotto gli occhi.
Premesso ciò e date queste indicazioni, ora per prima cosa mi rivolgo a ciò che riguarda una spiegazione particolarmente di quelle contrazioni muscolari che si ottengono dai nostri esperimenti, per trattare infine di ciò che riguarda sia i movimenti naturali e volontari, sia quelli involontari e morbosi, affinché si apra una qualche prospettiva di utilità delle nostre osservazioni, se in qualche modo, come abbiamo ragione di credere, è lecito, trasferire queste nostre osservazioni dagli animali, e soprattutto da quelli a sangue caldo, all´uomo.
E così dagli esperimenti fatti deriva non difficilmente che quello scorrere veloce e violento del fluido neuro-elettrico attraverso i muscoli fino ai nervi è quello dal quale le contrazioni e i movimenti muscolari sono soprattutto suscitati.
In qual modo invece lo scorrere di questa elettricità provochi le contrazioni, se per esempio agisca per una irritazione e uno stimolo meccanici, colpendo i nervi o la fibra muscolare e suscitandone, come dicono, l´irritabilità, o se, comportandosi come il fluido elettrico comune, provochi, per esempio tra le particelle che compongono la fibra muscolare, con il suo velocissimo scorrere attraverso questa, una forte e particolare attrazione, cosicché, avvicinandosi queste particelle l´una all´altra, la fibra muscolare si accorcia, o infine se, come si è più inclini a credere, agisca in un altro modo non ancora conosciuto, è ancora troppo difficile da capire ed è ancora troppo avvolto nelle tenebre. Forse si potrà in futuro fare un po´ di luce continuando a condurre esperimenti su questo fenomeno. Ma ora, per prima cosa bisogna cercare questo, cioè per quale ragione e per quali cause, negli esperimenti descritti, avvenga tale passaggio di elettricità dai muscoli ai nervi, cosa che non sarà difficile da trovare nell´ipotesi sopra riportata.
Vorrei quindi prima di tutto che fosse ben chiaro che soprattutto due cose sono richieste o certamente con maggior efficacia permettono di suscitare le contrazioni muscolari di cui abbiamo parlato prima. In primo luogo, cioè, serve qualcosa che richiami il fluido neuro-elettrico dal muscolo al nervo, lo faccia uscire, lo raccolga in sé, una volta che è uscito dal nervo, e lo porti ai muscoli, quasi glielo restituisca, o lo porti ad un´altra parte e lo disperda. Mancando l´una o l´altra di queste condizioni, manca anche il fenomeno delle contrazioni. Le cose che attirano il fluido neuro-elettrico dal muscolo al nervo e quasi lo spingono, sembrano soprattutto queste: l´improvviso venir meno dell´equilibrio tra l´elettricità interna dei muscoli e dei nervi e quella esterna dei corpi che comunicano (particolarmente) coi nervi; inoltre l´irritazione dei nervi stessi; il contatto di un qualche corpo, soprattutto conduttore, o con i nervi stessi o con corpi conduttori che comunicano con i nervi; infine una qualche commozione della sostanza nervosa o un leggerissimo sfregamento, come quando si suscitano le contrazioni con la semplice percussione del piano sul quale giace l´animale preparato. E´ chiaro però che sollecitazioni di questo genere possono ricondursi in parte al venir meno dell´equilibrio, in parte ad un certo tipo di impulso, anche se minimo, sui nervi. Poi il fluido elettrico, che per questi motivi si sposta nei nervi, sarà raccolto da un qualunque corpo conduttore che trasferirà questo fluido dai nervi ai muscoli, se sarà stato condotto, come un arco elettrico, da questi a quelli; se invece sarà stato messo in comunicazione soltanto con i nervi o con corpi che toccano i nervi e avrà una certa grandezza, porterà questo fluido altrove.
Ora però, notate e stabilite queste cose, vengo a spiegare i movimenti muscolari che abbiamo osservato, e in primo luogo quelli che si ottengono facendo scoccare la scintilla. Infatti, con lo scoccare della scintilla si sottrae elettricità sia agli strati di aria che circondano il conduttore della macchina, sia ai conduttori dei nervi che comunicano con essi, e per questo motivo la loro elettricità diventa negativa. Quindi l´elettricità positiva all´interno dei muscoli accorrerà più abbondante ai nervi, sia con forze proprie, sia con forze mutuate dall´elettricità esterna, artificiale o naturale, affinché, raccolta dai conduttori dei nervi e diffondendosi in essi e negli strati d´aria di cui abbiamo parlato sopra, rinnovi l´elettricità che era venuta meno e ricomponga l´equilibrio, non diversamente da come nella bottiglia di Leida l´elettricità positiva della superficie interna, per lo stesso motivo, affluisce più abbondante al suo conduttore ed esce da questo, come mostra chiaramente l´apparizione della luminosa fiammella elettrica.
Di certo, quindi, non difficilmente si capisce l´utilità o la necessità dei conduttori nel raccogliere e trasferire l´elettricità e la loro proporzionalità costante con le contrazioni muscolari.
Sembra simile la causa e la modalità delle contrazioni muscolari che si ottengono, allo scoccare della scintilla, in un animale chiuso all´interno della nostra piccola macchina di vetro: infatti l´elettricità interna dei muscoli sembra affluire alla superficie interna del vetro attraverso i nervi e i loro conduttori per la stessa legge di equilibrio cosicché alla superficie interna del vetro affluisce tanta elettricità quanta ne è stata tolta, attraverso lo scoccare della scintilla, dalla superficie esterna.
Le stesse sembrano la spiegazione del fenomeno e la causa delle contrazioni che si manifestano quando i conduttori degli animali preparati sono apposti alla superficie esterna della bottiglia di Leida o vicino ad essa, mentre la scintilla scocca dal conduttore della superficie interna. Anzi il fenomeno si spiega tanto bene e chiaramente con questa legge delle superfici e dell´equilibrio che non criticherei facilmente chi spiegasse con la stessa legge anche quelle contrazioni che si ottengono quando si fa scoccare la scintilla dal conduttore di una macchina elettrica e postulasse quasi l´esistenza di una doppia superficie negli strati d´aria che circondano quel conduttore, una interna riguardante il conduttore e una esterna riguardante l´animale.
Ma sia che il fenomeno accada per questa ragione, sia che accada per un´altra ragione non ancora conosciuta, nessuno dubiterà che le cause e le ragioni del fenomeno siano le stesse in quelle contrazioni che abbiamo detto avvengono quando in cielo ci sono i lampi. Infatti, al balenare dei fulmini, sembra accadere agli strati d´aria intorno alla nube elettrica ciò che accade a quelli che circondano la macchina elettrica.
Infine tutti vedranno che dalla stessa legge di equilibrio tra l´elettricità positiva dei muscoli e negativa della ceralacca derivano quelle contrazioni che abbiamo detto derivare dalla stessa cera elettrizzata per strofinio avvicinata ai nervi e mancare quando di avvicina ai nervi un vetro, anche se questo viene sottoposto a sfregamento.
Ma vengo ora a quelle contrazioni che si ottengono sia con l´arco, sia col contatto di corpi conduttori coi nervi, sia con la stimolazione dei nervi stessi, sia con altri modi che abbiamo indicato sopra; per ciò che riguarda queste, chi osserverà anche per poco l´indole e le qualità dell´elettricità animale che abbiamo esposto, capirà facilmente quanto questi siano artifici atti e appropriati per attirare l´elettricità positiva interna dei muscoli fino ai nervi, a raccoglierla e a trasferirla alla parte esterna dei muscoli, negativamente elettrica, come abbiamo supposto.
Ma ammesse queste cose una volta per tutte, ci si potrebbe chiedere perché se il nervo viene anche solo toccato da un qualche corpo coibente, come talvolta accade se esso è stato armato, o se viene stimolato da questo (o, se si preferisce, dall´elettricità artificiale), si manifestino ugualmente le contrazioni. Infatti c´è un contatto e un impulso che, anche se lieve, forse potrebbe richiamare il fluido neuro-elettrico fuori dal nervo, ma sembra mancare del tutto un corpo che raccolga quello stesso fluido e lo porti altrove per ristabilire un equilibrio o, molto meglio, lo restituisca ai muscoli.
Ma avendo accuratamente soppesato i fenomeni esposti e l´indole e le qualità del fluido neuro-elettrico, che è solito trovare un libero adito e una via pronta e andare con forza dai nervi ai muscoli soltanto attraverso corpi conduttori, forse si vedrà che neppure in questo caso manca un corpo conduttore che faccia quasi le veci dell´arco; possono cioè assolvere questo compito le parti esterne dei nervi, umide e fluide, o ancor meglio le loro membrane spesse e dure, o entrambe.
Quindi forse, aperta la calotta cranica, messo a nudo il cervello e tirato fuori il midollo spinale dalla colonna vertebrale e messa a nudo, le contrazioni muscolari, come abbiamo detto, non si ottengono, anche se si accosti al midollo l´arco; si ottengono invece se lo si arma con un foglio metallico che espleta la funzione della membrana che è venuta a mancare. Diversamente però, come abbiamo detto, avviene nei nervi che, per lo spessore delle membrane di cui la natura li ha dotati fuori dal cervello, è sempre molto utile, ma non necessario, munire di un foglio metallico. Se si considera il foglio metallico col quale eravamo soliti avvolgere i nervi, come una parte di arco e si richiama alla mente che cosa abbiamo detto dell´utilità di molteplici sostanze che formino l´arco per aumentare le contrazioni, forse anche la maggior parte di quelle contrazioni che ci sembravano avvenire solo per un contatto, come già abbiamo detto, si potranno attribuire agli effetti di un arco, che formano in parte il foglio metallico, in parte le già nominate sostanze conduttrici dei nervi.
Ma se si ammettessero queste cose, forse si aprirebbe un qualche varco per spiegare i movimenti muscolari che si manifestano negli animali vivi, e che ora passiamo a considerare. Infatti per quello che riguarda i movimenti volontari, forse l´anima potrà agire con la sua forza straordinaria, o nel cervello, come si è più inclini a credere, o fuori di esso, su quel nervo che più le piaccia e per questo accade che il fluido neuro elettrico affluirà subito dal muscolo corrispondente a quella parte del nervo alla quale sarà stato richiamato tramite l´impulso, ed essendovi giunto, superata la parte coibente della sostanza nervosa, con le forze allora accresciute, e uscendo da essa sarà raccolto o dall´umidità esterna dei nervi o dalle membrane o da altre parti conduttrici vicine, e attraverso queste, come attraverso un arco, sarà restituito al muscolo dal quale è uscito, cosicché, per la legge dell´equilibrio, l´elettricità affluirà alla parte delle fibre muscolari carica di elettricità negativa nella quantità in cui era defluita dalla parte delle fibre muscolari elettricamente positiva, come ci sembrò di poter credere, per l´impulso del nervo.
Forse, se giudico bene, la cosa potrà essere spiegata con un ragionamento non dissimile, e addirittura meno difficile, nei movimenti involontari e innaturali, cioè con principi acri e stimolanti che irritino i nervi, o il midollo spinale, o il cervello, e che parimenti richiamino il fluido nervoso, cosicché infine, raccolto dalle parti conduttrici, come attraverso un arco venga restituito ai muscoli. A seconda poi della capacità di stimolare gli umori acri e di trasportarli, anche le contrazioni saranno diverse; nello stesso modo saranno diverse a seconda della posizione che questi umori occuperanno nelle parti nervose.
Infatti è facile capire che quando gli umori di questo tipo, diffusi fuori dei vasi, si trovano tra la superficie della sostanza nervosa e il suo involucro, le contrazioni debbono essere più forti e durature, poiché senza dubbio allora gli umori acri effusi e stagnanti non solo irriteranno il nervo con più forza ma offriranno anche al fluido neuro-elettrico una armatura più adatta ed una specie di arco. Di qui, nelle afflizioni reumatiche più gravi e soprattutto nella sciatica nervosa, in cui, come ammonisce Cotugno, l´umore ristagna tra l´involucro e la superficie del nervo, non solo i dolori sono più forti, ma sono anche solite manifestarsi contrazioni muscolari dell´arto malato a tal punto gravi e costanti che spesso lo stesso arto rimane contratto a lungo o perpetuamente. Per questo forse insorgono anche contrazioni muscolari che sono tanto forti, durature, che ritornano tanto facilmente e a brevi intervalli, e che sono più letali, quando gli umori acri e maligni ristagnano o tra il cervello e la pia madre, o tra la pia e la dura madre, o tra le circonvoluzioni del cervello, o tra la superficie del midollo spinale o dei nervi e il loro involucro, come per lo più accade nel tetano, malattia nella quale avviene soprattutto questo di straordinario, che in primo luogo quasi tutti i muscoli cadono in gravissime contrazioni toniche, anche se talvolta è affetto soltanto un nervo (come nel tetano che qualche volta si manifesta per la puntura di un nervo), poi i muscoli ricadono spontaneamente e frequentemente nelle stesse contrazioni, qualche volta solo per un lieve tremore, o uno scuotimento del letto o del piano sul quale si trova il letto dell´ammalato. Ma vedemmo che accadeva qualcosa di simile negli animali preparati e armati: in essi anche se l´arco era applicato soltanto ad un nervo crurale, tuttavia tutti i muscoli, non di un solo arto ma di entrambi, cadevano in contrazioni toniche e vi ricadevano talvolta spontaneamente solo per un tremore o una percussione del piano sul quale giacevano gli animali, cosicché sembra che questi nostri esperimenti se non hanno svelato la causa e la ragione di questa malattia e dei suoi sintomi peculiari, almeno abbiano istillato nei medici un qualche sospetto.
Ma ormai, poste ed esaminate queste cose sulle contrazioni muscolari sia leggere e naturali, sia più violente e derivanti da malattia, era facile che ci si presentasse quasi una nuova causa e ragione delle afflizioni contrarie, come per esempio la paralisi ecc., cioè che sia bloccato il circuito già esposto di fluido neuro-elettrico o dal muscolo al nervo o dal nervo al muscolo. In primo luogo forse ciò potrebbe accadere se una sostanza oleosa o di un´altra natura coibente bloccasse l´intima parte del nervo, secondariamente se una materia simile distruggesse o l´intima umidità del nervo o le membrane stesse o qualunque altra parte attraverso la quale il fluido neuro-elettrico di cui abbiamo già parlato chiude il circuito; d´altra parte ciò potrebbe accadere per entrambe le ragioni se lo spargimento della stessa materia e la congestione di esse fosse causato da principi acri e corrodenti e fossero lese la sostanza e la trama dei nervi o del cervello. Ma anche se forse queste cose sembrano poter avere una qualche parvenza di verità soprattutto in quei tipi di paralisi e apoplessia che invadono i malati lentamente e gradatamente, tuttavia in quelle che colpiscono i miseri improvvisamente, sembra di dover cercare una causa del tutto diversa.
Mentre meditavo su queste e simili cose, pensavo quasi ad una nuova causa non solo dell´apoplessia ma anche dell´epilessia, desunta soprattutto da ciò che capita spesso di osservare usando l´elettricità artificiale sugli animali.
Infatti se l´elettricità artificiale, quando è appositamente diretta o contro il cervello o contro i nervi o contro il midollo spinale (per esempio con l´aiuto del conduttore di una bottiglia di Leida), irrompe in quelle parti con una certa abbondanza e forza, le irrita e fa cadere gli animali quasi in violente convulsioni; se però una quantità di gran lunga maggiore di elettricità lede la sostanza di queste e le danneggia fortemente, rende gli stessi animali paralitici e apoplettici o, se è stata ancora maggiore, li uccide. Nello stesso modo io pensavo che l´elettricità animale nell´uomo potesse provocare gli stessi effetti o effetti simili, soprattutto se, come suole fare l´elettricità comune, quella attraesse e unisse a sé molto prontamente dei tenuissimi principi con i quali la sua forza divenisse di gran lunga maggiore; di questo genere sarebbe ciò che va sotto il nome di "principi acri", di qualunque natura poi sia. E così pensavo che l´elettricità animale così inquinata, dirigendosi al cervello dai muscoli o da altre parti attraverso i nervi e irrompendo in quello, ora potesse causare l´epilessia, ora l´apoplessia, secondo che maggiore o minore sia la forza e l´impeto sulla sostanza del cervello o dei nervi e più grave o più lieve l´inquinamento.
Infatti sembra di poter ricondurre il forte passaggio di elettricità al cervello attraverso i nervi all´abbondanza e qualità di umori maligni che ristagnano nel cervello e stimolano o colpiscono il cervello stesso o i nervi, oppure, infine, per lasciar perdere altre cose, ad una forte e improvvisa mutazione dell´elettricità atmosferica, soprattutto se avviene un improvviso mutamento di questa da positiva a negativa, mutamento che forse non è dissimile da quello che avviene negli strati d´aria che circondano ora il conduttore della macchina elettrica, ora la nube elettrica, allo scoccare della scintilla o al lampeggiare del fulmine. Pensavo poi che fosse chiaro a tutti quanto le cause fin qui descritte potessero esercitare la loro azione con più forza, prontezza e facilità se le sostanze acri e stimolanti si trovassero nel cervello piuttosto che nei nervi: infatti [si] potranno chiamare idiopatiche le malattie in quello e simpatiche le malattie in questi; ma le malattie di questo tipo saranno molto più gravi e si manifesteranno più facilmente se l´elettricità animale viziata abbonderà nel corpo e soprattutto nelle parti muscolari e nervose. Di qui forse, pensavo tra me, le malattie di questo tipo colpiscono soprattutto i vecchi, poiché in essi, o per l´astensione dalle fatiche e dagli esercizi o per l´aridità degli organi portata dalla vecchiaia e per la densità della sostanza oleosa soprattutto nei nervi o infine per la diminuzione della traspirazione insensibile per mezzo della quale è portata fuori dal corpo tanta abbondanza di elettricità e di elementi acri leggerissimi, sembra che si accumuli una maggiore quantità di elettricità animale viziata. Così pure congetturavo che queste malattie fatali colpiscano quando stiano per scoppiare maggiori tempeste atmosferiche e siano imminenti mutazioni per le quali suole esserci una maggiore quantità di elettricità nell´atmosfera, o poco dopo; infatti in queste circostanze si trova negli animali una maggiore quantità di elettricità, come sembrano indicare chiaramente le contrazioni che si manifestano allora più spesso e più prontamente e fortemente.
Quindi l´elettricità animale, aumentata oltre misura per queste e per altre cause, e viziata, sembra poter irrompere in un istante nella sostanza cerebrale con tale forza ed impeto da ledere fortemente nello stesso istante la sua struttura e rompere i vasi; donde conseguono subito facilmente le paralisi e gli umori si diffondono e, effusi e stagnanti, come spesso accade, si trovano nelle sezioni dei cadaveri.
Queste cose, poi, e altre, mi venivano in mente circa la causa di quelle malattie e il modo di colpire che esse hanno: nello stesso tempo, però, capivo che ipotesi di questo tipo potevano per molti motivi incontrare molte e gravissime difficoltà presso gli uomini dotti e forse la loro disapprovazione, e soprattutto poiché vanno contro l´opinione comune e accolta nelle scuole, cioè che i movimenti muscolari sono causati dal passaggio del fluido nervoso dal cervello alle parti muscolari, non da queste a quello. Ma se qualcuno, tra le altre cose, richiamasse alla mente quella sensazione come di un´aura che, o dagli arti inferiori, o dallo stomaco, o da basso ventre, gli epilettici sentono facilmente e spessissimo salire al cervello, ed accusano nel momento in cui sono colpiti dalle convulsioni, se considererà poi che il progredire di quelle crisi qualche volta è arrestato se si lega a una gamba un laccio che quasi impedisca la strada all´aura e la intercetti; se qualcuno, dico, rivolgesse l´attenzione a tutte queste cose e ai nostri esperimenti, facilmente ci perdonerebbe se siamo giunti a queste congetture. Ma, come dicevo, facevo queste ipotesi soprattutto con l´intento di farle soppesare dagli uomini più dotti.
Avendo proposto una causa non solo delle contrazioni naturali ma anche di quelle morbose e della paralisi, attribuita soprattutto al comportamento dell´elettricità animale, mi sembra che resti da dire alcune cose circa la cura di quelle malattie. E sembra prima di tutto che dai nostri esperimenti possa essere ricavato questo, che qualunque rimedio si usi per eliminare queste afflizioni, e anche la stessa elettricità amministrata esternamente, perché questi rimedi possano portare qualcosa di buono è opportuno che esercitino la loro forza soprattutto sull´elettricità animale, ed aumentino questa e il suo circuito, o li diminuiscano, o in un altro modo li cambino.
Perciò è necessario che il medico, soprattutto nella cura, abbia sotto gli occhi questa elettricità e il suo stato. E così, lasciando perdere gli altri rimedi, la forza dei quali sull´elettricità degli animali potranno chiarire soprattutto una diligente indagine e la pratica condotta di giorno in giorno, mi dedico subito all´uso dell´elettricità esterna e, perché la cosa proceda più chiaramente, considererò un primo luogo l´effetto di questa nelle contrazioni dei muscoli convulsive e reumatiche, e poi nella paralisi. Ma prima di tutto, a mio giudizio, deve essere considerato il triplice modo di agire dell´elettricità artificiale applicata al corpo umano, quello cioè che può dirsi estemporaneo ed esercita immediatamente la sua forza sulle parti del corpo umano sottoposte ad essa, come quando l´elettricità agisce attraverso una scintilla e soprattutto attraverso quella specie di fulmine elettrico, quando si fa scaricare la bottiglia di Leida; l´altro è quello che esercita la sua azione non improvvisamente ma in momenti successivi e in un certo tratto di tempo, congiunta, forse, e quasi, direi con i chimici, combinata, soprattutto con le parti fluide del corpo animale, come quella elettricità che i fisici più moderni chiamano per bagno; infine l´ultimo è quello che toglie elettricità all´animale, come quando si usa l´elettricità negativa, come la chiamano i fisici stessi.
Consideriamo ora brevemente queste singole facoltà nelle malattie di cui abbiamo parlato. Per quello che riguarda le contrazioni convulsive dei muscoli, ciascuno vede facilmente che queste, nella nostra ipotesi, dipendono per lo più dall´elettricità animale in eccesso, o dall´elettricità viziata nei muscoli, che per cause lievissime è richiamata dai muscoli ai nervi e al cervello, o soprattutto da sostanze acri e irritanti che colpiscono il cervello o i nervi o, come spesso accade, da entrambe le cause.
Nel primo caso, l´elettricità, come dicono, positiva sembra che non possa portare nessuna utilità e anzi che possa portare un grave danno, in qualunque modo sia somministrata; sembra invece che l´elettricità negativa potrà, come è chiaro, giovare non poco. Se invece si tratterà del secondo caso, sarà lecito al medico aspettarsi una qualche utilità dall´elettricità positiva, dirigendola artificialmente ai nervi affetti; infatti questa potrà con la sua forza allontanare e rimuovere dai nervi le sostanze acri.
Perciò i medici con grande cura dovranno badare a queste differenze di convulsioni e delle loro cause e dovranno indagare su di esse: e benché spesso siano forse presenti l´una e l´altra causa, tuttavia bisogna vedere con attenzione quale delle due sia quella prevalente; e anche se questo è difficile tuttavia non bisogna abbandonare del tutto la speranza di potervi finalmente riuscire qualche volta. Infatti potranno essere per esempio alcuni indizi, e forse non lievi, di elettricità in eccesso la presenza di una certa quantità di elettricità nell´atmosfera, o il fatto che ci sia stata fino a poco tempo prima; e quanto questa aumenti le forze dell´elettricità animale lo provano anche i nostri esperimenti. Si può poi ricercare e verificare la presenza di una quantità di questa elettricità per mezzo di un elettrometro atmosferico, ed anche in base all´aspetto delle nubi, alla stagione, alla tempestosità del cielo, alla qualità dei venti, alle fasi lunari e ad altri segni tramandati dai fisici più insigni e soprattutto da Bartholon e Gardini.
Oltre a queste cose potranno indicare in noi abbondanza di elettricità un´insolita alacrità e velocità dei movimenti, e soprattutto degli occhi, non dipendente da nessun´altra causa, congiunta ad una grande varietà e incostanza.
Parimenti potranno forse indurre allo stesso sospetto quegli stessi cambiamenti che è solita generare in noi l´elettricità artificiale; cioè un insolito calore interno, un aumento di secrezioni ed escrezioni, come di alvo, urina, saliva, sudore, traspirazione insensibile, la velocità, grandezza e vibrazione delle pulsazioni, inoltre l´uso di alimenti in cui siano contenuti principi idioelettrici, come aromi, liquidi oleosi e spiritosi, soprattutto se per caso non appaiano altre cause di queste mutazioni.
Senza dubbio la maggior parte di queste condizioni è solita precedere convulsioni più gravi ed altre affezioni nervose, come l´epilessia, la mania ed altre simili.
Segni contrari, invece, ci potranno avvertire in modo chiaro della presenza di elettricità negativa o di una mancanza di elettricità. Invece dell´elettricità cattiva e inquinata, offriranno forse qualche indizio quegli stessi disturbi degli ammalati e sintomi di malattie che di solito indicano ai medici la presenza e il sopravvento di sostanze acri.
Ma sia sufficiente aver toccato questi punti perché si apra una qualche via ad indagare e riconoscere il vario stato dell´elettricità animale.
Per quello che riguarda poi le contrazioni reumatiche dei muscoli, poiché queste traggono soprattutto origine da una materia acre e irritante che si trovi nei nervi, è facile presumere che si possono usare per queste quasi tutti i metodi di somministrare elettricità positiva, usati tuttavia in questo ordine e con questo sistema, che cioè per primo si usi il metodo che è denominato "per bagno" per raccogliere nei muscoli una quantità maggiore di elettricità, poi si somministri elettricità "per scintille", infine "per scossa", affinché dapprima gli umori stagnanti siano attenuati dalla forza meccanica e repellente dell´elettricità e poi più facilmente, aumentando l´impulso, possano essere rimossi dalla parte affetta.
Né, per lo stesso motivo potrà giovare di meno anche l´elettricità negativa soprattutto applicata sulla parte affetta con il nostro metodo, cioè con il far scoccare la scintilla dal conduttore della macchina o dalla bottiglia di Leida, soprattutto se la parte sia munita dei suoi conduttori, alcuni dei quali siano rivolti alla macchina e altri comunichino con la terra; e questo metodo potrà forse essere reso più utile se si usino o grandi bottiglie di Leida o molte di queste congiunte ad uno stesso comune conduttore o macchine elettriche più grandi, quali non difficilmente si costruiscono ai nostri tempi o molto più se si trovi il modo di dirigere e spingere l´elettricità animale da certi muscoli a certi nervi.
A nessuno infatti sfugge che con questo metodo, tra quelli che abbiamo indicato, è promosso uno scorrere più violento dell´elettricità animale, soprattutto attraverso i nervi affetti, che è un rimedio adattissimo, come sembra, a distruggere, sciogliere ed espellere dagli stessi le sostanze stagnanti e che sono attaccate ai nervi. Di qui forse i movimenti muscolari che, come abbiamo detto, forse derivano dallo scorrere dell´elettricità dal muscolo ai nervi, sogliono portare non poco beneficio e sollievo nelle affezioni reumatiche, tanto più quanto più le parti affette, anche se con qualche incomodo e dolore si muovono violentemente.
Che se questo nuovo metodo di somministrare l´elettricità negativa potrà essere congiunto ad una qualche utilità o in queste malattie o in altre, quanto maggiore aiuto è lecito aspettarci dall´elettricità atmosferica, se per esempio muniamo con cautela e previdenza le parti malate di loro conduttori, come abbiamo avvertito che facciamo con l´elettricità artificiale, quando in cielo ci sono tuoni e fulmini.
Forse fu questa la causa per cui membra contrattesi dalla prima età o paralitiche per malattia recuperarono la naturale flessibilità, forza, capacità di muoversi, come dice Bartholon, dopo che un fulmine si abbatté non lontano dai malati?
Per quello invece che riguarda la cura della paralisi, vedo la cosa piena di difficoltà e di pericolo. Infatti è difficile riconoscere se la malattia derivi da una struttura viziata dei nervi o del cervello o da una materia coibente che occupi le parti interne dei nervi o del cervello o altre parti per le quali pensiamo che si compia in noi il circuito.
Nel primo caso l´elettricità artificiale, in qualunque modo somministrata, può giovare poco e forse essere di molto danno, nel secondo sembra di poter ricavare una qualche utilità o con lo sciogliere la materia coibente o con l´aumentare le forze dell´elettricità animale. Ma la pratica e l´esperienza potranno forse un giorno rendere la cosa più chiara.
Infine trarremo dai nostri esperimenti alcuni corollari non di poco conto né inutili.
Da queste cose, quindi, sembra constare che sia l´elettricità artificiale, sia quella atmosferica ha sui muscoli e sui nervi un potere di gran lunga maggiore di quello conosciuto fino ad ora e che dalla forza di questa deriva tanta potenza all´elettricità animale quanta, nei nostri esperimenti vedemmo che poteva spingere l´elettricità animale a muoversi, a uscire dai muscoli, a passare velocemente attraverso i nervi e a suscitare forti contrazioni muscolari.
Constatate queste cose sembra che si possa aprire una strada forse maggiore di prima per trovare nuovi modi di usare l´elettricità e metodi più utili di quelli usati prima per scoprire le cause del consenso tra l´elettricità atmosferica e le vicissitudini della nostra salute e tra le improvvise mutazioni di quella e l´insorgere di alcune malattie.
Questi esperimenti sembrano inoltre indicare che allo scoccare dei fulmini e delle scintille non solo l´elettricità atmosferica ma forse anche quella terrestre affluisce verso il cielo.
Ci si chiede poi se da questo reflusso avvenga che, sorte in cielo grandi tempeste, nell´atmosfera avvengano mutazioni e vicissitudini non solo per i principi di diverso genere che dalle varie regioni del cielo porta con sé ma anche per quelli che porta con sé dalla terra nell´aria, se questo fluido elettrico abbia la proprietà, che molti fisici ammettono, di espellere e dissipare alcune delle sottili sostanze dei corpi che attraversa e di assorbire e congiungere a sé altre sostanze. Ma questo lo vedranno soprattutto i fisici.
Tale reflusso di elettricità terrestre nell´atmosfera, quando avvenga, potrà rivendicare una parte importante o certamente non mediocre in quella crescita più veloce e grande delle piante che l´illustrissimo Gardini osservò dopo le folgori e i tuoni ed ascrisse soprattutto all´elettricità atmosferica congiunta ai vapori.
Infine poiché le contrazioni muscolari di questo genere, che abbiamo detto si manifestano durante i temporali, offrono una prova nuova e indubbia dell´elettricità atmosferica e dei suoi effetti sull´economia animale, queste potranno forse, sia pure non facilmente condurre non tanto alle cause del terremoto quanto a chiarire i suoi effetti sull´economia animale, cosicché non sembrerà inutile sperimentare queste stesse cose quando infuriano i terremoti.
Ma interrompiamo ora, anzi poniamo ora fine alle congetture. Questo erano soprattutto ciò che si è scoperto circa le forze dell´elettricità artificiale, atmosferica e tempestosa, e naturale nel movimento muscolare, che sottostà al comando dell´anima, che volevo comunicare agli uomini più dotti, affinché ciò potesse avere in futuro una qualche utilità, cosa che è soprattutto nei nostri desideri.
Ciò che invece riguarda le forze di quelle elettricità nei movimenti naturali, nella circolazione del sangue e nella secrezione degli umori, quanto prima lo porteremo alla luce con un altro commentario, non appena avremo un po´ di tempo a disposizione.