Lucerna, autografo di Volta
(da Cart. Volt. G. 107)
Volta osserva quindi che la sua pistola può essere impiegata anche come “saggiatore, vale a dire per misurare la forza di esplosione, che hanno le arie infiammabili”.
Utilizzata in questo modo, la pistola diventa un eudiometro, cioè uno strumento atto a misurare la quantità di ossigeno presente nell’aria e quindi la salubrità dell’aria stessa. Inoltre costruisce una lampada perpetua a gas infiammabile.

Il “telegrafo” proposto da Volta
(da Cart. Volt. E. 1)
Sempre di quest’anno è l’idea di trasmettere da Como a Milano un segnale elettrico attraverso un lungo filo metallico, tenuto isolato dal terreno mediante pali di legno. Il segnale elettrico doveva essere generato a Como, mediante la scarica di una bottiglia di Leida, e ricevuto a Milano, provocando l’esplosione di una pistola a gas infiammabile. Il circuito elettrico si chiudeva attraverso una serie di corsi d’acqua, che univano il lago di Como con il porto sul Naviglio di Milano. Si tratta, come è facile comprendere, di un’idea che troverà molti anni dopo la sua realizzazione nel telegrafo.
Successivamente, dopo aver ottenuto lo sparo della pistola con la semplice elettricità che si manifesta nell’atmosfera durante i tempo
Lucerna appartenuta a Volta
rali, pensa di installare la sua pistola su di una lunga pertica o su di un cervo volante (aquilone) in modo da avvisare con lo sparo dell’arrivo di un temporale.
La fama, ormai raggiunta in campo internazionale, gli permette di ottenere direttamente dall’Imperatore un congruo contributo per intraprendere un viaggio di studio in Svizzera, che realizza nell’autunno del 1777.
In tale viaggio visita molti laboratori, incontra illustri scienziati, a cui mostra le sue macchine elettriche.
Inoltre sperimenta in alcune trattorie l’uso commestibile delle patate e al suo ritorno ne diffonde in Lombardia la coltivazione e l’utilizzo alimentare.