Raffigurazione settecentesca illustrante l’elettrizzazione di una persona
Nel 1729 Stephen Gray (1666?-1736), osservando come la virtù elettrica, eccitata in un corpo per strofinio, possa in alcuni casi comunicarsi anche ad altri corpi, introduce il concetto di sostanze isolanti (coibenti) e conduttrici, e nel 1730 realizza per la prima volta l’elettrizzazione di una persona, tenuta sospesa e isolata dal suolo mediante fili di seta. Tale esperienza diviene successivamente di moda e fa il giro di tutti i salotti aristocratici dell’epoca, rendendo l’elettricità di dominio pubblico.
Dilettanti, praticoni ciarlatani, ma anche alcuni fisici, cominciano a fare esperimenti sempre più appariscenti: il globo elettrizzato della macchina viene scaricato attraverso catene di molti uomini e si comincia a studiare se gli uomini si elettrizzano più o meno facilmente delle donne, i giovani dei vecchi. Insomma tutta l’Europa bene si elettrizza e si stupisce dinanzi alle sempre nuove maraviglie.
Ma anche la scienza fa grandi progressi.
Nel 1733 Charles de Cisternay du Fay (1698-1739) avanza l’ipotesi dell’esistenza di due, e solo due, stati elettrici distinti che si possono manifestare per strofinio nei corpi coibenti e chiama tali elettricità, rispettivamente, vetrosa e resinosa, dal nome delle sostanze nelle quali viene più facilmente eccitata.