Franklin cattura il fulmine
(quadro di Benjamin West)
Si deve a Benjamin Franklin (1706-1790), uno stampatore americano, appassionatosi allo studio dell’elettricità, una nuova teoria, detta dell’unicità del fluido elettrico, in grado di spiegare ciò che accade nella bottiglia di Leida.
Secondo Franklin, infatti, esiste un unico fluido elettrico distribuito in tutti i corpi. Se un corpo contiene più fluido del normale esso è elettrizzato positivamente o + (è questo il caso del vetro), se contiene meno fluido elettrico del normale è elettrizzato negativamente o - (è questo il caso della resina). Strofinando tra loro due corpi, parte del fluido elettrico passa da un corpo all’altro; uno si carica più e l’altro meno e i segni elettrici su entrambi i corpi hanno la stessa
Bottiglia di Leida
intensità.
Relativamente alla bottiglia di Leida, Franklin osserva dapprima che l’acqua all’interno della bottiglia e la mano all’esterno non hanno altro effetto che quello di favorire il contatto elettrico con le superfici del vetro e che quindi tutta la forza risiede nel vetro. Sostituisce quindi mano e acqua con due sottili fogli metallici (armature).
Per quanto riguarda il suo funzionamento, Franklin ritiene che la quantità di fluido elettrico acquistata da una superficie del vetro sia pari a quella persa dalla superficie opposta. In questo senso la bottiglia di Leida non è da ritenersi carica, ma piuttosto simile a una molla compressa, in cui è stata immagazzinata una notevole quantità di energia. La scarica della bottiglia può avvenire solo mettendo a contatto le due armature.
Quadro di Franklin
Una versione semplificata della bottiglia di Leida è rappresentata dal quadro di Franklin, costituito semplicemente da una lastra di vetro sulle cui superfici aderiscono i due fogli metallici (armature).
A Franklin si deve inoltre la scoperta del potere emissivo delle punte che ha portato alla realizzazione del parafulmine.