Esperimento di Galvani sulle rane in presenza di una macchina elettrostatica
(dal Commentarius)
Come ci riferisce lo stesso Galvani: “Mentre stavo indagando le forze dell’elettricità sui nervi degli animali, mi occorse di osservare un fenomeno straordinario non conosciuto per lo innanzi…”
Sperimentando con rane preparate “alla solita maniera” (cioè scorticate e tagliate sotto gli arti superiori in modo da lasciare i soli arti inferiori, uniti tra loro e attaccati alla spina dorsale
Esperimento di Galvani sulle rane in presenza di elettricità atmosferica
(dal Commentarius)
attraverso i nervi crurali) Galvani si accorge che se i nervi della rana sono toccati da un conduttore metallico (un bisturi) nello stesso istante in cui, a distanza, si provoca una scarica elettrica tramite una macchina elettrostatica, si verificano delle contrazioni. Galvani interpreta il fenomeno come dovuto a un'azione di stimolo esterno da parte di atmosfere elettriche materiali su un'elettricità animale interna, che si scarica nei muscoli.
Esperimento di Galvani con una rana posta su una ringhiera metallica
Proseguendo le sperimentazioni per sei anni, nel 1786 prova con successo che le contrazioni avvengono anche in presenza di scariche elettriche naturali (fulmini) se la rana è appoggiata su una lastra metallica.
Durante tali esperimenti, Galvani, avendo casualmente appeso delle rane sulla ringhiera metallica di un balcone, si accorge che le contrazioni avvengono anche senza scariche elettriche esterne, solamente per lo stabilirsi del collegamento metallico tra nervo e muscolo tramite la ringhiera e l’uncino metallico conficcato nella colonna vertebrale.
L’aspetto quasi fortuito di tali scoperte viene riconosciuto dallo stesso Galvani, che però precisa:
“Ho stimato di riferire le mie scoperte, seguendo quell’ordine e quel legame, con cui esse in parte mi furono offerte da casi fortunati, in parte vennero rivelate da diligente attività”.