Esperimento di Galvani sulle rane in presenza di una macchina elettrostatica (dal Commentarius)
Pur notando che le contrazioni sono più intense in caso di contatto elettrico stabilito tramite un arco bimetallico, Galvani ritiene che questo esperimento dimostri in modo chiaro la presenza di un’elettricità intrinseca dell’animale, messa in circolo dal contatto metallico.
Ipotizza che la rana sia un serbatoio di elettricità che fluisce attraverso i nervi e che si comporti come una bottiglia di
Esperimento di Galvani sulle rane in presenza di una macchina elettrostatica (dal Commentarius)
Leida, che si scarica al contatto tra l’armatura interna (i nervi) e quella esterna (superficie dei muscoli).
I risultati di dieci anni di sperimentazione sono finalmente pubblicati nel 1791 a Bologna nel lavoro “De viribus electricitatis in motu musculari Commentarius”.
Le conclusioni a cui arriva sono sommariamente le seguenti:
1) gli animali hanno una loro particolare elettricità (elettricità animale);
2) la sostanza dei nervi è particolarmente adatta a condurre all’elettricità, mentre gli strati esterni grassi impediscono all’elettricità di disperdersi e ne permettono l’accumulo;
3) il meccanismo di moto consiste nella scarica del fluido elettrico attraverso le fibre muscolari irritabili che perciò si contraggono.