Enrico Bottini

Enrico Bottini successe a Luigi Porta nel 1877 sulla cattedra di clinica chirurgica, cattedra che tenne fino all’anno della sua scomparsa, avvenuta nel 1903. Nato a Stradella il 7 settembre 1835 si laureò nel 1860 a Torino, ove fu allievo di Ribeti, dal quale si allontanò presto per assumere, come vincitore di concorso, il posto di assistente di L. Parravicini, docente di patologia chirurgica nell’Università di Pavia. Nel 1864 gli fu conferito l’incarico di anatomia chirurgica, incarico che lasciò nel 1865 essendo stato nominato Professore di Ostetricia e Chirurgo-Capo Operatore nell’Ospedale Maggiore di Novara. Pur avendo avuto un grande successo professionale e pur avendo potuto fare una vasta esperienza operativa seguendo i metodi più moderni ed arditi, dopo dieci anni abbandonò il posto per dedicarsi allo studio. Gli fu così possibile vincere il concorso di clinica chirurgica e quindi essere chiamato ad occupare nel 1877 la cattedra di L. Porta. Bottini ebbe fin da giovane un’intensa operosità scientifica, accresciuta dopo l’assunzione alla cattedra, consacrata in decine di pubblicazioni di altissima importanza. Di esse le più degne di rilievo sono quelle Sull’acido fenico nella Chirurgia pratica e nella tassidermica (1866), opera nella quale dimostra di aver già chiaramente intuito il concetto dell’antisepsi con soluzioni di acido fenico (da lui usate nelle ferite infette allo scopo di distruggere i “microfiti” che pullulano sulle ferite), e di averne compresa, applicando le scoperte di A. Bassi e di Pasteur, tutta l’importanza nell’applicazione pratica prima ancora che nel mondo si diffondesse il metodo listeriano. Patologo vivamente interessato alle grandi scoperte batteriologiche del tempo, che segnavano gli albori della batteriologia, scrisse nel 1871 Sulla gangrena traumatica invadente e ne dimostrò per primo la natura infettiva e l’inoculabilità e ne descrisse il quadro clinico con grande completezza. Nel lavoro sulla Laparatomia antisettica del 1880, è riflessa l’esperienza fatta con i metodi di antisepsi nella chirurgia addominale. La Chirurgia del collo del 1896, edita in tedesco, ebbe larga diffusione e considerazione. Chirurgo geniale mise a punto vari processi operativi di sua personale concezione come quelli per la resezione endorale del mascellare, per la resezione sottoperiostea della mandibola, per la cura del serramento stabile della mandibola, per la estirpazione del gozzo, per la amputazione totale della laringe. Compì con successo operazioni arditissime non ancora affrontate da altri, come la resezione della vena cava ascendente, che segnava un fatto nuovo nella storia della chirurgia, e l’isterectomia per via vaginale nel cancro dell’utero. Particolarmente attratto verso l’urologia dedicò ogni cura a questa branca della chirurgia generale che coltivò con grande successo e per la quale ideò originali modificazioni di procedimenti operatori, nuove tecniche e particolari strumenti. Da ricordare per l’originalità della concezione ed il grande interesse suscitato, l’operazione, che da lui prese il nome di incisione termogalvanica della prostata (chiamata dai francesi “forage”, e dagli americani “resezione endoscopica”). Nella monografia Sull’iscuria prostatica, del 1900, Bottini espose i frutti della sua larga esperienza in questo campo. Eletto Deputato prima, poi Senatore, si adoperò per risolvere molti problemi della vita universitaria. Ebbe sempre un grande attaccamento alla sua Università, alla quale procurò larghi mezzi per il suo rinnovamento. Morì a San Remo dopo breve malattia l’11 marzo1903, alla vigilia di festeggiamenti in suo onore in occasione del suo 25 anno di insegnamento. (foto con applicazioni di termocaustica tumore della prostata curati con l’applicazione dell’elettricità in medicina).