Eusebio Oehl

Eusebio Oehl nacque a Lodi il 5 dicembre 1827 e morì a Pavia il 10 aprile 1903. Compì gli studi medici a Pavia laureandosi nel 1850; diventò in seguito maestro nel Collegio Ghislieri. Si recò a Vienna e fu allievo negli Istituti di anatomia e fisiologia, quindi in quelli tedeschi, francesi e inglesi. Nel 1858 ebbe la libera docenza di istologia, nel 1864 ebbe la cattedra ordinaria di fisiologia. Fu il fondatore dell’Istituto di Fisiologia nel 1861 nonché uno dei maestri più insigni della Scuola di Pavia, la quale dovette la sua fama particolarmente allo sviluppo che vi presero gli studi istologici. Rilevante fu la sua prima memoria Indagini di anatomia microscopica per servire allo studio della cute e dell’epidermide palmare della mano, pubblicata negli “Annali di Medicina” del 1857. Nel campo fisiologico egli non fu meno valente che in quello anatomico e istologico, come è dimostrato dalla sua Memoria sulla saliva umana estratta con la siringazione dei condotti salivari, (Pavia, 1864), nella quale descrive non solo il procedimento per raccogliere separatamente e nelle circostanze più svariate i tre tipi di saliva, introducendo una siringa in uno o in altro dei tre condotti salivari, ma anche le loro fisionomie e composizioni rispettive, riuscendo a stabilire le leggi secondo le quali ogni ghiandola compiva il proprio lavoro. Nei suoi esperimenti sottoponeva il paziente, spesso uno studente volonteroso, alle varie stimolazioni naturali che provocano normalmente la saliva. In questo Oehl ha preceduto di mezzo secolo i classici lavori di Pawlow, i quali devono appunto il loro straordinario successo all’applicazione del principio proclamato da Oehl nel 1864, in particolare anche per l’osservazione che la qualità, e non solo la quantità, della saliva varia col variar dello stimolo. Ciò significa che si avrebbero tante salive quante sono le varietà dei cibi che noi introduciamo nella bocca e la saliva del pane non sarebbe quella della carne, né quella dei legumi; e che le estremità sensitive della nostra bocca sentirebbero diversamente al contatto del pane, della carne e dei legumi. In seguito si ammise, infatti, l’esistenza delle secretine, veri stimoli specifici delle secrezioni intestinali: ognuna di esse sarebbe un agente specifico per ogni fibra nervosa sensitiva della mucosa intestinale. Dal lato chimico le ricerche vennero condotte con ugual rigore e si devono a Oehl e alla sua scuola i migliori metodi per rintracciare il solfocianuro di potassio nella saliva che, secondo lui, veniva emesso per la massima parte dalle parotidi. Dal punto di vista anatomico egli descrisse per primo, nelle salive pure, forme ameboidi, diverse dai corpuscoli salivari; e dei corpi contrattili nella saliva sotto-mascellare, capaci di sentire diversamente gli stimoli esterni. Oltre ai lavori citati sono importanti per la novità anatomo-fisiologiche la sua scoperta delle cartilagini valvolari nel cuore degli uccelli e l’illustrazione delle loro funzioni; quella delle fibre contrattili nelle corde tendinee delle valvole atrio-ventricolari e l’articolazione sternoxifoidea nello scheletro dei bambini. Hyrtl nella sua anatomia riferiva l’interessante coincidenza stabilita da Oehl tra il mancinismo e l’origine sinistra della succlavia destra. In una memoria sul quinto paio stabiliva, inoltre, la parte che ha la prima branca sulla pupilla; Balogh era giunto contemporaneamente allo stesso risultato, ma Meissner, nel resoconto fisiologico del 1864, dichiarò che vi giunse per una via affatto diversa da quella tenuta da Oehl. Nel lavoro sperimentale sull’azione motoria del vago, Oehl dimostrò un fatto nuovo, l’influenza cioè di quel nervo sui villi intestinali. Da ricordare, in ultimo, è il suo lavoro sulla rigenerazione dei nervi sulla rana nel quale si descrive un processo di rigenerazione che non è quello allora ammesso per gli animali a sangue caldo, il che portava a pensare che i due processi fossero differenti nella due classi di animali. Egli fu non solo un grande scienziato, ma anche un insigne maestro. Fu autore di un “Manuale di Fisiologia” pubblicato in 3 volumi a Milano, tra il 1868 e il 1876 e lasciò preziosi studi sulla Fisiologia del pneumogastrico (1867), del processo infiammatorio (1866), del ramo simpatico al vago (1884) e su molti altri argomenti.