Luigi Zoja

A Carlo Forlanini succede il pavese Luigi Zoja (1866-1959) che tiene la cattedra di clinica medica generale dell’Università di Pavia dal 1919 al 1924. Inizia la sua attività scientifica nel 1888, ancora studente, con un gruppo di ricerche sulla presenza di un precursore della bilina negli escreti, e cioè il bilinogeno, di cui aveva fornito la dimostrazione spettroscopica. A questo argomento Zoja rimarrà legato in molti lavori successivi e che sono fondamentali nell’evoluzione delle scienze mediche. Negli anni seguenti pubblica uno studio sui plastiduli fucsinofili di Altmann, in collaborazione con il fratello Raffaello, che si occupava di scienze naturali. Quindi svolge alcune ricerche all’estero, sugli albuminoidi di un adenocarcinoma, sulla presenza di lecitina nelle cellule alveolari del polmone, sulla presenza di saponi acidi nelle feci. Quest’ultimo lavoro, pubblicato nel 1896, costituisce l’inizio di una lunga serie di studi sulla funzione pancreatica e sulle steatorree. L’attività di Zoja si focalizza in seguito sullo studio della bilinogenesi e della digestione dei grassi conseguendo risultati che ancora oggi conservano gran parte della loro validità. Le sue affermazioni costituivano a quel tempo una presa di posizione nei riguardi delle concezioni che dominavano in altre Scuole, soprattutto per quanto riguarda la teoria epatointestinale della bilinogenesi, sostenuta da Zoja in opposizione a quella sull’assorbimento della bilina da parte dell’intestino, sulla sua trasformazione in bilirubina in sede epatica. Su questi argomenti ritornerà nella relazione sulle itterizie, tenuta al 28° Congresso della Società Italiana di Medicina Interna (1922) in cui furono esposte in forma sistematica le sue dottrine sul ricambio emoglobinico e sulla patogenesi degli itteri. Dopo le prime ricerche, condotte già alla fine del secolo scorso, sulla digestione delle sostanze grasse e le sue alterazioni, Zoja ritorna sull’argomento e pubblica uno studio dettagliato sulla semeiologia e la diagnostica delle malattie del pancreas e altre note su alcuni aspetti particolari di questo problema. Nel 1911 presenta al 21° Congresso della Società Italiana di Medicina Interna una relazione sulle malattie del pancreas che espone i presupposti fisiopatologici e le applicazioni cliniche dell’indice di Zoja, che permette di esprimere, in una sola cifra, il relativo aumento dei grassi neutri e degli acidi grassi e la diminuzione dei saponi, nelle malattie del pancreas, e soprattutto nell’insufficiente secrezione della lipasi pancreatica. L’indice di Zoja rappresenta ancora oggi un dato di fondamentale importanza nella diagnostica funzionale, e trova impiego corrente non solo nelle affezioni pancreatiche ma anche in numerose altre condizioni in cui è alterato l’assorbimento dei grassi. Altre sue ricerche riguardano le conseguenze della sovralimentazione azotata, il diabete mellito (relazioni del 1908 e del 1931 al Congresso della Società Italiana di Medicina Interna), la citologia del rene normale e patologico, la genesi dei cilindri urinari, l’innervazione renale (relazione del 1924 al Congresso Internazionale di Urologia), e numerosi altri argomenti, di fisiopatologia e clinica del ricambio. L’attività di Zoja è stata pure rivolta ad opere trattatistiche; importante è il capitolo sul diabete mellito nel trattato di Medicina Interna di Ceconi. Luigi Zoja lascia l’Università di Pavia nel 1924, chiamato a coprire la cattedra di clinica medica nell’Università di Milano, appena fondata.