Sala Scarpa


La sala Scarpa (17) si apre con il nuovo piano didattico-scientifico della Facoltà di medicina 1771-1773 e le medaglie teresiane. Si possono ammirare preparati anatomici e disegni originali, in perfetto stato di conservazione, eseguiti nella seconda metà del 1700 personalmente dallo stesso Antonio Scarpa. Alcune di queste furono oggetto di sue pubblicazioni a stampa (1) ed hanno il significato di vere e proprie scoperte, come quelle dell’orecchio interno, dei nervi del cuore, del tragitto anatomico nelle ernie inguinali, del nervo olfattivo (19) e del nervo nasopalatino. Nel trattato Sulle ernie. Memorie anatomo-chirurgiche Scarpa approfondì non solo le ernie del canale inguinale, che studiò nei dettagli, ma anche altre ernie, come quelle crurali, chiarendone i rapporti con i vasi epigastrici e con quelli del cordone spermatico. Il celebre triangolo dello Scarpa, ha per base l’arcata crurale ed è delimitato, all’esterno dal muscolo sartorio e, all’interno, dal muscolo adduttore. L’apice è rivolto verso il basso, e risulta dall’incontro dei muscoli citati. In mezzo al triangolo, come una bisettrice, scende l’arteria femorale. Particolare interesse rivestono i preparati anatomici e i disegni (21) degli stessi preparati eseguiti per la dimostrazione del nervo nasopalatino e del nervo olfattivo, esposti al Congresso internazionale di Anatomia di Parigi del 1781 e recanti un appunto del grande Viq d’Azir, la massima autorità medica dell’epoca, che consacrava in questo modo il valore di Scarpa al cospetto di tutto il mondo scientifico. Troviamo anche una copia dell’orazione della Santa Caterina (25 novembre 1783) per l’inaugurazione del suo insegnamento anatomico, un’altra letta in Pavia nel dicembre del 1785 in occasione dell’inaugurazione del teatro anatomico (22) ed un’altra orazione del 1813 “Elogio storico di Giambattista Carcano Leone professore di Notomia in Pavia”. Anche l’opera sui nervi del cuore, del 1794, dimostrati con finissima tecnica dissettoria, merita particolare rilievo in quanto tutto il mondo scientifico contemporaneo seguiva la teoria propugnata da J.B.J. Behrends, che sosteneva che “cor nervis carere (23) ”. Di Scarpa vi sono anche alcune lettere ed appunti autografi; in particolare si ricorda una sua autobiografia (2) redatta forse in occasione del suo collocamento a riposo, o, come scriveva, giubillazione. Nella stessa sala notevole è anche lo strumentario (25) chirurgico in avorio e argento donato allo Scarpa da Napoleone I, conservato nella scansia accanto all’esemplare latino del prezioso in-folio dell’Instrumentarium chirurgicum, scritto e donato da Alessandro Brambilla a Scarpa e poi passato a Porta. Un’altra bacheca (26) contiene alcuni dei pezzi più significativi del Museo di Storia Naturale che furono descritti e ricordati da Lorenzo Mascheroni nel poemetto Invito a Lesbia Cidonia, con un ritratto del grande matematico e poeta. In due teche appositamente create sono custodite due cere anatomiche raffiguranti un uomo (27) e una fanciulla (28) di Clemente Susini, della scuola ceroplastica fiorentina, che sono modellate sulle dissezioni operate da Fontana. Esse, oltre ad avere un’indubbia utilità didattica, illustrando rispettivamente il sistema circolatorio e gli organi interni della cavità toracica, sono anche di un notevole pregio artistico. Nella vetrina situata a destra della porta troviamo un preparato a secco dei reni e delle vie urinarie dello stesso Scarpa che mostra le gravi condizioni di questi organi, causa determinante della sua morte; una cassetta di preparati microscopici ed un microscopio semplice per la loro osservazione; una scatoletta con bisturi per uso oftalmico. Nella medesima bacheca, altri cimeli: la vescica, profondamente alterata, con ipertrofia prostatica, di Lazzaro Spallanzani, accompagnata dal fascicolo della Storia della malattia e della morte del profess. Spallanzani di Valeriano Luigi Brera e l’aneurisma dell’aorta che fu la causa della morte del geofisico Brunacci. Vi sono anche i plastici in cera di pustole vacciniche delle mammelle di vacca e di piedi di cavallo, fatti eseguire da Pietro Moscati; una raccolta di crani di uomini rappresentativi; come Giovanni Gorini, Giuseppe Moretti, Pasquale Massacra (pittore pavese) di Antonio Bordoni ed altri minori; e le riproduzioni in gesso dei crani di Ugo Foscolo, di Alessandro Volta, di Francesco Petrarca, di Gian Galeazzo Visconti. Nella seconda scansia a muro si trova una raccolta di preparati e relative fotografie colorate che appartenevano ad Angelo Scarenzio; una raccolta di preparazioni anatomiche di Jacopo Rezia e un suo progetto per la costruzione di un gabinetto e di un teatro anatomico non eseguito e sostituito, invece, da quello di Scarpa. Di Bartolomeo Panizza sono conservati autografi, disegni originali ed alcune tavole delle sue opere sui vasi linfatici e relativi rami e disegni riguardanti lo studio delle vie ottiche e del centro corticale visivo. La raccolta di preparati microscopici (29) di Panizza segna il passaggio dalla osservazione microscopica in luce diretta a quella in luce riflessa. In un’apposita vetrina è esposto il plastico in cera dell’apparato uditivo umano ricostruito in base alle scoperte ed alle vedute di Scarpa, esecuzione del suo allievo Panizza. Questo plastico fu inviato all’esposizione di Londra del 1862 e riscosse molto successo. Di Mauro Rusconi ammirabili sono le illustrazioni delle sue opere, cioè riproduzioni di disegni eseguiti da lui con vero senso ed abilità artistica ed anche un bell’autoritratto. Vi è anche un interessante manoscritto firmato, che è un frammento di una lettera nel quale è esposta, dal suo punto di vista, la polemica avuta a proposito del sistema linfatico dei Rettili col Panizza, in una memorabile seduta dell’Istituto lombardo di Scienze e lettere . Tale polemica è ricordata anche dai biografi di Panizza con commento evidentemente non favorevole a Rusconi. Nella vetrina dedicata agli strumenti che appartenevano all’Istituto di geodesia al tempo di Vincenzo Brunacci troviamo tre astrolabi, dei compassi, una bussola e la ricostruzione in legno di una delle conche del naviglio di L. da Vinci. Nella medesima sala sono presenti anche la litologia umana di Brugnatelli e il materiale vulcanico raccolto da Spallanzani nel viaggio delle due Sicilie, oltreché opere, manoscritti, strumenti d’epoca precedente allo Scarpa. Di Gaspare Aselli, in particolare, è esposta una lettera autografa del 28 febbraio 1608 riguardante il suo soggiorno e magistero a Pavia, insieme con un volume d’appunti autografi (Lectiones de venis lacteis)(31) , nei quali è trattata la sua scoperta dei vasi chiliferi, e un raro esemplare dell’opera De Lactibus sive lacteis venis, quarto vasorum mesaraicorum genere novo intervento (32) .


1. Trattato Sulle ernie. Memorie anatomo-chirurgiche (Milano, 1809) e trattato Sull’aneurisma. Riflessioni ed osservazioni anatomo-chirurgiche (Pavia, 1804). back

2. E curioso come in questa autobiografia sia posticipata di un anno la data di nascita; ciò è certamente dovuto ad un errore nel quale era lui stesso incorso forse con l’intenzione di correggere quel primo errore per cui è stato in passato e viene anche attualmente ripetuto erroneamente da alcuni biografi come anno di nascita dello Scarpa il 1747. L’anno di nascita effettivo dello Scarpa è stato precisato da Carlo Cairoli, che rintracciò il suo atto di stato civile datato 1752, mentre un atto di nascita datato 1747 al nome di un Antonio Scarpa, si riferiva ad un fratello del Nostro nato cinque anni prima di lui e subito morto. back