L'Università di Pavia possiede un eccezionale patrimonio di beni culturali, accumulati e conservati nel corso della sua lunga storia. Si tratta infatti di un ateneo di antica fondazione: il primo "Studium Generale" venne fondato da Carlo IV nel 1361 e da quel momento l'Università fu in continua espansione, attraversando periodi di grande fioritura, soprattutto nel Quattrocento (quando Ludovico il Moro destinò allo Studium un palazzo in Strada Nuova) e nell'Ottocento (dopo la riorganizzazione dovuta a Maria Teresa d'Austria, che chiamò illustri scienziati tra cui Volta, Spallanzani, Scarpa). Nel corso dei secoli si sono quindi costituite a Pavia numerose ed importanti collezioni di interesse storico-scientifico, gran parte delle quali esistono ancora. Queste collezioni sono uniche nel loro genere poiché hanno una coerenza interna: non sono costituite da pezzi acquisiti in maniera casuale ma testimoniano lo sviluppo della ricerca nei rispettivi campi di questa Università. Esse hanno dunque un'unità culturale che via via emerge dall'analisi dello storico. Spesso si trova anche una precisa corrispondenza tra le collezioni, i volumi conservati nelle biblioteche e il patrimonio archivistico, che quindi si chiariscono a vicenda e permettono di ricostruire, attraverso l'analisi comparata, una storia del pensiero tecnico scientifico che mette in luce come esso sia, di volta in volta, premessa, manifestazione e conseguenza del sistema filosofico-culturale del suo tempo. |
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