•Biblioteca universitaria


Nascita
La nascita della Biblioteca si inquadra in quel generale movimento di riforma delle istituzioni universitarie che a metà del Settecento interessò gran parte dell’Europa asburgica. E uno dei momenti forti della riforma sotto il profilo organizzativo fu rappresentato dalla creazione e valorizzazione delle strutture di supporto agli studi. Risalgono perciò a quegli anni l’istituzione a Pavia dell’Orto botanico, del Teatro anatomico, del Museo di storia naturale, del Gabinetto per gli esperimenti di fisica e chimica e, quindi, della Biblioteca.
A Pavia l’unica biblioteca al tempo esistente era quella del Collegio Ghislieri, dove lentamente cominciarono a confluire i libri. Trasferita in un nuovo locale presso il Collegio stesso, la biblioteca fu aperta al pubblico nel 1772.
Nel frattempo procedeva la costruzione del palazzo universitario, all’interno del quale venne allestito per la Biblioteca il grandioso salone (detto poi Teresiano), opera dell’architetto Piermarini. Il Salone fu corredato da imponenti scaffalature lignee, tuttora conservate, e verso la fine del 1778 accolse il materiale librario trasferito dalla “Regia Ghisleriana Biblioteca dell’Università”, per costituire la nuova “Imperial Regia Biblioteca Ticinese”.

 

Consistenza e connotazione

Oltre ad un primitivo nucleo di 12.000 volumi staccati dalla libreria del Collegio Ghislieri, entrarono via via a far parte del patrimonio librario della Biblioteca i duplicati delle opere possedute dalla biblioteca di Brera a Milano e dalla biblioteca di Vienna, una parte della biblioteca Pertusati, la sezione scientifica delle librerie Haller e Firmian, nonché i fondi delle corporazioni religiose soppresse.
In generale è possibile rilevare nell’intenzione della politica culturale austriaca la volontà di differenziare la Biblioteca pavese rispetto alla Braidense conferendole una più spiccata individualità scientifica. Questa attenzione si manifesta in occasione dell’acquisto delle biblioteche private Haller, Firmian e Pertusati, che verranno suddivise secondo questo criterio tra Milano e Pavia.
La connotazione scientifica si configurò ancor più nettamente attraverso gli acquisti dei giornali scientifici e degli atti delle più importanti accademie italiane ed europee. Questa collezione di Atti Accademici, ripetutamente citata come “unica in Europa” e “la maggiore ricchezza della Biblioteca”, trova la ragione della sua rarità bibliografica nella sua completezza poiché conserva in serie intera gli atti relativi a quasi tutte le Accademie scientifiche europee, comprese quelle di matrice europea fondate in Asia e in America sul finire del Settecento.
La connotazione scientifica della Biblioteca resterà dominante quasi fino alla fine dell’Ottocento, quando comincia a delinearsi un maggiore equilibrio fra gli incrementi relativi alle diverse discipline; successivamente, anche in relazione al mutato clima culturale italiano del primo Novecento, dominato dalla rinascita dell’idealismo con la sua pericolosa svalutazione del pensiero scientifico in quanto tale, si determina un mutamento della fisionomia della Biblioteca che, da allora, si definirà ”a carattere umanistico” e privilegerà negli acquisti le scienze “speculative”. Concorrerà a tale mutamento anche il contemporaneo allontanamento delle cliniche ospedaliere e degli istituti scientifici dal centro cittadino e la nascita e lo sviluppo delle biblioteche di facoltà.

 

• Biblioteca interdipartimentale di Fisica "A. Volta"


L’Istituto di Fisica “A. Volta fu completato nel 1935 e da quell’anno data lo sviluppo autonomo di quella biblioteca speciale che sola poteva offrire immediatamente, ed in qualunque momento, i sussidi bibliografici alla ricerca. La nuova raccolta si sviluppò sulla base di un nucleo storico cospicuo, in prevalenza ottocentesco, ma che registra anche alcune rare edizioni del XVII e del XVIII secolo, il quale si era andato formando lentamente attraverso lasciti, donazioni ed acquisti come “biblioteca di lavoro” della Facoltà nell’arco di circa due secoli. Trasferito in un’apposita sala, il suddetto nucleo costituisce oggi il “Fondo Storico” della Biblioteca Interdipartimentale “A.Volta”, nata dalla fusione delle biblioteche dei tre Istituti di Fisica (Generale, Teorica, Nucleare), oggi due Dipartimenti (di Fisica “A.Volta”, Fisica Nucleare e Teorica)
Dal 1 gennaio 1998 è nata, in via sperimentale, la Biblioteca Unificata dell’area scientifica, che comprende le biblioteche di Chimica, Farmacia e Fisica. Il progetto prevede la realizzazione di alcuni servizi in previsione dell’accorpamento del materiale bibliografico posseduto dalle tre strutture in un’unica sede.