OPERE SCELTE

MEMORIA PRIMA
SULL’ ELETTRICITA’ ANIMALE
PARTE PRIMA

Scoperta del signor Galvani, e confronto di essa colle cognizioni, che finora si avevano intorno all'elettricità animale.

ß 1. La Dissertazione da pochi mesi pubblicata dal Dr. Galvani dell'Istituto di Bologna, e Professore di quell'Università, celebre per altre scoperte anatomiche e fisiologiche, sull'azione dell'Elettricità nel moto muscolare , contiene una di quelle grandi e luminose scoperte, che meritano di far epoca negli annali delle scienze fisiche e mediche, non tanto per ciò che ha in se stessa di nuovo e di mirabile, quanto perchè apre un largo campo di ricerche non meno interessanti che curiose, e di utilissime applicazioni. L'esistenza di una vera e propria Elettricità animale, vale a dire che eccitasi di per se negli organi viventi senza indurvene punto di straniera, cioè di quella già eccitata con qualsisia artificio in altri corpi; elettricità appartenente a tutti gli animali a sangue freddo, e a sangue caldo; che trae origine dall'organizzazione medesima, e dura e si mantiene anche ne' membri recisi, finchè avvi un residuo di forze vitali e il cui giuoco ed azione si esercita primieramente tra nervi e muscoli; è ciò che viene provato ad evidenza nella terza parte di quest'Opera con molte sperienze ben combinate, e accuratamente descritte.

ß 2. Senza qui riferire in detaglio cotali sperienze, ci basterà di dar un'idea generale sì del modo loro, che dei maravigliosi effetti. Consistono dunque questi nel veder eccitate vive e forti contrazioni ne' muscoli, e gagliardi movimenti in tutto l'arto, ugualmente che si ecciterebbero adoperando coll'elettricità artificiale, senza punto impiegar questa nè debole nè forte, col solo applicare un'estremità di un arco conduttore qualunque al muscolo, e l'altra estremità al suo nervo, il quale trovisi o semplicemente staccato da tutto il resto, e messo a nudo, o meglio rivestito in gran parte di una foglietta metallica: delle quali operazioni avrem campo di parlare ampiamente in progresso.

ß 3. Or l'arco conduttore così semplicemente applicato, è noto a chi abbia anche solo leggier tintura della Scienza elettrica, non poter indurre elettricità alcuna; ma bene aver proprio ed unico officio di toglier quella che già esista, di rimettere in equilibrio il fluido elettrico già sbilanciato, trasportandolo da' luoghi in cui prevale per quantità o per tensione, a quelli in cui è deficiente: e appunto per questo si chiama arco conduttore o scaricatore. Dobbiam dunque presumere, che in tale stato di elettricità, ossia di sbilancio del fluido elettrico nelle relative parti trovinsi naturalmente costituiti codesti organi dell'animale, se il semplice arco conduttore dà luogo alle sopradette contrazioni del muscolo: che dico presumere? Dobbiam avere la cosa per certa, cioè che non altro che il fluido elettrico produce in tali circostanze codesti moti muscolari, e non altrimenti li produce, che trovandosi nell'indicato modo sbilanciato tra parte e parte dell'animale, e venendo dall'arco conduttore portato all'equilibrio.

ß 4. Del resto quest'arco conduttore può essere di uno, di due, o più pezzi di metallo in tutto o in parte, ed anche di altri corpi, che siano però deferenti dell'elettricità, come l'acqua, i corpi animali, i panni, legni, muri, purchè non troppo secchi, ecc. In somma quello, che vi vuole acciò succeda a dovere la scarica di una boccia di Leyden, cioè che nel circuito, ossia strada che ha da percorrere il fluido elettrico per portarsi dalla superficie della boccia che ne ridonda all'altra che ne scarseggia, non si frapponga alcun corpo coibente; quello stesso si richiede anche qui per l'animale preparato nel modo suddetto, acciò il fluido elettrico che sostiensi naturalmente sbilanciato, in virtù della propria organizzazione, tra nervo e muscolo, o tra l'interiore e l'esteriore del muscolo medesimo (com'è più probabile), si traduca dall'uno all'altro termine colla necessaria prontezza.

ß 5. Quindi a misura, che col venir meno della vis vitae illanguidisce l'accennata potenza elettrica, sia riguardo l'azione, per cui il fluido elettrico si va sbilanciando nelle opposte parti, tra il nervo cioè e il muscolo, o tra l'interiore e l'esteriore di questo, come s'è detto, sia riguardo la forza onde viene esso fluido sollecitato all'equilibrio, ecco che cominciano, se non a intercettare assolutamente tal passaggio, a ritardarlo di troppo molti corpi anche non assolutamente coibenti, in ragione cioè che sono meno buoni conduttori. Il pavimento della stanza le muraglie, i tavoli di marmo, o di legno asciutti, i tappeti ecc. sono assai poco deferenti; epperò anche i primi, che entrando a far parte dell'arco conduttore o circuito, non servono più bene alla scarica, la trattengono o ritardan così , che non han più luogo le convulsioni nell'animale preparato, che accadevano prima, quand'erano cioè nel maggior vigore le di lui forze vitali. Poco dopo, scemate maggiormente coteste forze, non serve più neppure una catena di persone che si dian mano, ed è inutile di tentare l'esperienza in questo modo; indi ne anche una persona sola, che faccia officio di arco conduttore, è a proposito; appresso neppure l'acqua; e da ultimo neppure molti pezzi di metallo concatenati, riuscendo soltanto l'esperienza con un arco conduttore metallico di un pezzo solo, o di due al più; ai quali se frappongasi checchesia altro anche picciolissimo in grossezza, e. g. una sottil carta, tanto basta per impedire la libera e pronta trasfusione del fluido elettrico, quale è richiesta a far nascere la contrazione de' muscoli.

ß 6. Or anche in ciò si riscontra nel membro od organo dell'animale, cioè nel muscolo unito al suo nervo, una grande analogia colla bottiglia di Leyden; giacchè si ritarda nella stessa maniera per l'interposizione degli stessi corpi la scarica sibbene di questa, e quasi s'impedisce del tutto, se sia l'elettricità debolissima, potendosi solo compiere in questo caso detta scarica a dovere col mezzo di un arco conduttore tutto metallico e continuo, anzi pure di un solo pezzo. In somma corrispondono per tutto quello che ha rapporto aria diversa attitudine de' corpi a trasmettere il fluido elettrico, cioè massima de' metalli che sono perfetti deferenti, men grande degli altri conduttori meno perfetti, e minore a proporzione appunto che lo son meno, fino alla niuna attitudine de' veri coibenti, corrispondono, dico, puntualmente, siccome la prontissima e intiera, la più o men tarda e imperfetta, e infine l'impedita scarica d'una boccetta di Leyden, così pure il facilissimo, il più o men difficile, e il niun successo delle contrazioni muscolari nell'animale preparato, cui si applica l'arco conduttore.

ß 7. In vista di che chi potrà dubitare che siano questi moti de' muscoli cagionati da un simile giuoco del fluido elettrico, sbilanciato naturalmente tra l'interiore e l'esteriore di essi muscoli, o tra questi e i nervi, come lo è per arte nelle opposte superficie di una boccetta carica, e portato dal detto arco all'equilibrio?

ß 8. Tale è il complesso delle sperienze, e la sostanza della scoperta del Sig. Galvani relativamente all'Elettricità animale. La quale scoperta è veramente grande e originale: poichè, sebbene fosse noto già da un pezzo, che la Torpedine (Raja Torpedo L.) e l'Anguilla tremante (Gymnotus electricus L.) posseggono la facoltà di dare una vera scossa elettrica alla maniera della boccia di Leyden; ad ogni modo essendo propria siffatta virtù prodigiosa soltanto di alcuni pesci singolarissimi c e d'altra parte sembrando dipendere da un apparato d'organi particolare, come l'anatomia di tali pesci lo fa vedere, ed essere in balìa dei medesimi il dare o non dare questa scossa, non si teneva comunemente, nè v'era ragion di pensare, che un giuoco simile di elettricità succedesse e avesse tanta parte nelle funzioni animali di tutti gli altri viventi, ne’ quali nulla scoprivasi dell' accennata virtù di dar la commozione elettrica. Credeasi dunque, non trovandosene niun altro dotato neppure nel minimo grado di tal potere di scuotere, e questi animali elettrici all'incontro essendolo a un sì alto segno, credeasi che fosse tutta particolare e propria di essi soli l'Elettricità animale, che una tal prerogativa la possedessero essi esclusivamente.

ß 9. Ciò, dico, credeasi generalmente dai Fisici e Fisiologi, eccetto alcuni, i quali prendendo mal a proposito per elettricità animale quella eccitata dallo stropicciamento de’ peli nelle bestie, de’ capelli e delle vesti negli uomini, confondeano affatto le cose, con tenere l'artificiale estrinseca per una elettricità naturale intrinseca de’ corpi viventi.

ß 10. Questa pretesa elettricità animale, che in fondo non era che la solita artificiale prodotta da stropicciamento, giacchè le istesse vesti e peli strofinati con qualsiasi corpo inanimato, sol che mantengansi da un blando calore asciutti, si elettrizzano egualmente che strofinati sulla pelle dell'animal vivo, questa, dico, pretesa elettricità animale si è cercato di sostenerla dai più zelanti partigiani suoi con alcune più curiose esperienze e osservazioni, dell'istesso genere però: coll'elettricità spontanea in certo modo, nè tanto debole, nelle penne de’ vivi Pappagalli a certi tempi, e con quella debolissima invero, ma pur sensibile ai delicatissimi elettrometri, di un uomo, il qual facendo prima qualche passo, od agitando comechesia braccia e corpo, salga sopra uno sgabello isolante, e tocchi colla mano uno di tai elettrometri sensibilissimi, quali sono quelli di Cavallo e di Bennet.

ß 11. Ma il soffregamento delle penne fra loro, e colla pelle, quando il Pappagallo le arriccia, ed esse trovinsi ben bene asciutte, basta a spiegare il primo fatto, senza che si debba ricorrere ad alcuna elettricità propriamente animale: e pel secondo fatto dell’Uomo, si prova appunto che non è elettricità animale, che abbia origine cioè da alcuna funzione o virtù propria degli organi, quella di cui la persona dà segni nell'accennate circostanze, bensì che viene dallo stropicciamento delle vesti (e basta talvolta quello che produce il solo moto della respirazione), dall'osservare, che salendo l'uomo nudo sullo sgabello isolante, e toccando l’ Elettrometro sensibilissimo non gli fa allora dare alcun segno, come ha provato il Sig. Saussure .

ß 12. Nè maggior caso dee farsi di altre prove di simil conio, p. e. quella dei nervi seccati al forno, con cui Comus (quel rinomato giocoliere fisico) avendo costrutto un disco, che montato al modo di una macchina elettrica e fregato da ben adatti cuscini, eccitava viva elettricità, pretese dimostrare l'identità del fluido nerveo coll'elettrico; giacchè le stesse esperienze possono farsi con legno, e con cartone, seccati ugualmente nel forno, ed io costrutto già avea con tali corpi delle macchine elettriche belle e buoned. Simili sperienze coi nervi, od altre parti animali, possono solo imporne a chi non sa, che tutti i corpi, sia animali, sia vegetali, sia minerali, spogliati a dovere d'umido riescono coibenti e idioelettrici, cioè eccitabili per istrofinamentoe, esclusi soltanto i metalli, che sono essenzialmente perfetti conduttori ed anelettrici.

ß 13. Non deggio però dissimulare altre sperienze più speciose, e che con qualche più d'apparenza han potuto dar indizio, o almeno crear sospetto anche ai più giudiziosi di un'elettricità animale nel vero e proprio senso; ma che a me sono sembrate, siccome alla maggior parte dei Fisici, non avere neppur esse sodo e bastevol fondamento: alcune perchè ancora complicate coi fenomeni dell'elettricità artificiale; altre perchè affatto singolari, isolate ed uniche, vuo’ dire di un evento totalmente fortuito, cui essendo riuscito a taluno di ottenere, non si sa come, una volta sola (seppur è che si ottenesse quale ce lo riferiscono, e niente vi sia stato d'illusione o di sorpresa); fur vani in appresso i tentativi, e più non corrispose il successo all'esperienza. Di questo genere è il fenomeno riportato da Nollet, di uno, che preso in grembo un gatto, mentre trattenevasi a strofinargli i peli della schiena portando un dito alla punta del naso ne trasse una scintilla, e ne ricevè tale scossa nel braccio e in tutta la persona, come se scaricata avesse sopra di sè una boccia di Leyden. Simile scossa e scintilla, sebbene non così forte, attesta aver ottenuta più volte dai gatti stropicciati, ripetendo le sperienze del Sig. D. Alessandro Tonso, il Ch. Ab. Vassalli f ma più sorprendente ancora è ciò, che riferisce Cottunio esser avvenuto a lui medesimo nello sparare un sorcio vivo: tenealo impugnato nella sinistra, e stringeva fortemente la coda tra il dito mignolo e l'anulare, mentre afferrato un temperino colla destra e cominciato a tagliar gl’integumenti, era già venuto a scoprire in parte i visceri: come dunque arrivò più addentro colla punta, fu improvvisamente colpito da una fortissima commozione nelle braccia e nel petto, di cui si risentì per più d'un giorno.

ß 14. Un tal fenomeno sorprendentissimo certo direbbe molto per l'elettricità animale, se non essendo riuscita l'esperienza che una sol volta. non lasciasse molto dubbio intorno all'evento, e alla sua causa. Or dunque tralascio tutte queste sperienze o incerte o equivoche, sulle quali non si può fare gran fondo, cui però mi basta di aver accennate così di volo; e passo a dir qualche cosa di più particolare d'una, che a me pure, avendola più volte ripetuta, ha fatto molta specie, e mi è sembrata provar qualche cosa. Questa sperienza vien riferita, ma oscuramente (per qualche, cred'io, riguardo di pudore) in certe Tesi latine stampate due anni sono dal già lodato Ab. Vassalli Professore di Filosofia in Tortona g, il quale poi da me richiesto ebbe la bontà di darmene piena contezza; e d’allora è, che la ripetei, or con successo, ed ora (per qual cagione nol so) senza successo.

ß 15. Consiste questa sperienza nel ricevere l'orina, all’atto che si getta in un bacino metallico isolato; con che se ne hanno segni, nè tanto deboli, anzi talvolta discretamente forti di elettricità negativa, a segno cioè di far divergere i pendolini di un elettrometro di Cavallo, otto, dieci, e più linee. Pensai, è vero, sulle prime, che potesse nascere tal elettricità dallo sparpagliamento delle goccie, in quella maniera che una simile elettricità negativa si produce nelle cascate d'acqua, giusta la bella scoperta del Fisico Tralles, ed anche ne’ getti delle fontane artificiali, come ho io verificato (sia che venga eccitata cotal elettricità dallo sfregamento delle gocciole e de’ vapori fra loro e coll'aria, come opinava da principio il Sig. Tralles medesimo; sia che nasca dall'evaporazione di coteste gocciole che formano la minutissima spruzzaglia qual fumo, o nebbia, dalla trasformazione vuò dire, che esse gocciole subiscono in vapor elastico, come è assai più probabile, ed ho spiegato diffusamente nelle mie Lettere sulla meteorologia elettrica h e l'autore medesimo, abbandonata quella sua prima opinione, ne convenne finalmente meco): pensai, dico, da principio, che venisse prodotta come che sia dallo sparpagliamento delle goccie, e dal fumo e vapori esalanti dal getto d'orina, l'elettricità negativa che in lei talora manifestavasi, ossia nel vaso che l'accogliea. Ma un getto sì picciolo, qual fa l'orina sortendo dal corpo, e la pochissima spruzzaglia che ne viene, il poco fumo e vapori, difficilmente io m'induceva a credere che bastar potessero a produrre un'elettricità cotanto sensibile. Molto più poi accrebbero i miei dubbi le prove che ho fatte di spingere la stessa orina calda fuori da una grande sciringa, in copia, e con impeto maggiore di quello avvenga allorchè si spande naturalmente: colle quali prove varie volte ripetute, e in più modi, non mi è mai venuto fatto di ottenere il minimo segno d'elettricità. Allora nacque anche in me il sospetto, e quasi m'indussi a credere, che l'elettricità manifestata dall'orina al sortire dal corpo procedesse da vera e propria elettricità animale; pur non ebbi ancora la cosa per decisa: vi volevano altre prove più dimostrative per vincere la mia incredulità in fatto di Elettricità animale.

ß 16. Fin qui delle sperienze e osservazioni intraprese da' Fisici, e da molti di loro tenute per tali, che stabilissero una vera elettricità animale: ciò che per altro concluder non si poteva, essendo la maggior parte di tali sperienze mal intese, ed altre per lo meno equivoche, come abbiam fatto osservare, e niuna dimostrativa o corredata di tutti i caratteri, che si richiedono per escludere ogni dubbio. Un'ampia raccolta di siffatte sperienze e osservazioni, un cotal impasto di buone e cattive, ne offrono varie opere, altronde stimabilissime, di Bertholon, Gardini, Vassalli, ed altri simili opuscoli e memorie.

ß 17. Or dopo aver dato un succinto ragguaglio delle sperienze e fatti reali, sopra di cui han creduto alcuni Fisici poter fondare la pretesa elettricità animale, sperienze, in cui si hanno sibbene segni visibili di elettricità, ma che può essere, ed è probabilmente tutt'altra che vera animale, non sarà fuor di proposito il dir qualche cosa anche delle congetture e ipotesi puramente ideali di alcuni Fisiologi riguardo ad una qualsiasi elettricità animale, concepita cioè in una maniera più o men propria, in un senso determinato e fisso, o vago e indeterminato. Quelli tra i Fisiologi, che concepiron la cosa più vagamente e in astratto, si contentaron di riguardare i supposti Spiriti animali, o fluido nerveo, destinati, giusta l'opinione più ricevuta, a portare le esterne impressioni al sensorio comune, ed a produrre trascorrendo al cenni della volontà per la via del nervi al muscoli di ciascun membro, la contrazione di essi muscoli, e i moti che ne dipendono, si contentaron di riguardare cotesti spiriti animali inservienti alle sensazioni e ai moti volontari, per un fluido sottilissimo, mobilissimo, ed attuosissimo di una natura analoga alla luce, all’etere, al fluido elettrico i: e ciò per impiegare in qualche modo la celerità istantanea, con cui il supposto trascorrimento del fluido operatore dee farsi, giacchè in un istante si compiono gl’indicati effetti. Riduceansi pertanto a considerare i nervi in certo modo quai conduttori dei detti Spiriti animali, o fluido nerveo, come i metalli lo sono del fluido elettrico, senza punto determinare qual fosse di codesto fluido animale la vera specifica natura, chiamandolo soltanto elettrico, etereo, o simile, quasi per metafora, ossia per dinotare alcuna sua dissomiglianza nell'agire con tali fluidi sottilissimi e attivissimi, fuoco, luce, etere, vapor elettrico. Che se insistevano un poco più sull'analogia con quest'ultimo, tutto alfine riduceasi a supporre, senza concepirlo un tal giuoco o funzione di un tal qual fluido, come elettrico: che è poi quanto spiegar niente. Or i Fisiologi. ch' ebbero idee così vaghe e indeterminate neppure debbono annoverarsi fra i sostenitori dell'elettricità animale, sebbene usurpassero sovente il nome di elettricità.

ß 18. Ma ben ve n'ebbero altri, che andaron più innanzi, massimamente coll’indicata analogia de’ conduttori, e che spingendo più in là le congetture, voller determinatamente supporre, che gli spiriti animali avessero non che l'indole e natura di un fluido etereo qual si fosse, ma quella propria del fluido elettrico, e giunsero quindi a dichiararli per l'istesso fluido identico. Gli autori e sostenitori di questa opinione, alla testa de' quali dee porsi de Sauvagesl l'appoggiavano principalmente alla conosciuta somma efficacia del fluido elettrico di irritare i muscoli, la qual arriva al segno, che quando un muscolo dell'animale già morto, oppur di qualche membro reciso, non si risente più ad alcun altro stimolo meccanico o chimico, allora poco fluido elettrico, che o colpisca con una mediocremente viva scintilla il muscolo medesimo, od anche non ferendolo immediatamente sia portato a scorrere per caso con sufficiente rapidità, è valevole a ravvivarlo in certo modo, e metterlo in contrazione: dal che concluder volevano, che trovandosi il fluido elettrico il più efficace fra tutti e sovrano agente per l'irritazione e moto del muscoli, fosse più che probabile, che di esso appunto si valesse la natura a tal uopo nell'animale economia. E qui si presentava ai nostri Fisiologi, e ne avvalorava le congetture, il riflettere come infatti la Natura se ne serve ne' sopramentovati animali elettrici, cioè la Torpedine, l'Anguilla tremante ecc. In questi fa ella sfoggio in certa maniera, ed è molto prodiga, armandoli di una potenza elettrica, che ridonda e scoppia anche al di fuori a lor talento, quando cioè piace a tali animali di produrre la scossa in chi s'avviene a stuzzicarli, o a toccarli, sia immediatamente, sia per mezzo di buoni conduttori dell'elettricità; in tutti gli altri animali si contiene più economa la Natura, e si restringe agl’usi interni, cioè alle funzioni animali e vitali: dir si potrebbe, che a que' primi ha concesse armi e batterie, onde combattere e atterrar nemici, e conquistar prede (come infatti se ne servono di tal poderosa elettricità non solo a difesa, ma a procacciarsi un pasto de' pesci così tramortiti dal colpo elettrico); e che agli altri animali tutti non ha dato di elettricità, ossia di forza e abilità di smovere e vibrare l'innato fluido elettrico, se non quanto è opportuno, e basta al governo del moti e delle funzioni proprie, insomma all'economia animale interna. Così dunque presumevano, che fosse universale a tutti gli animali una naturale innata elettricità, cioè il potere di sbilanciare al di dentro, se non al di fuori, il fluido elettrico proprio degli organi, e vibrarlo da parte a parte degli organi medesimi, non già ristretta tal facoltà ad alcuni pesci singolari, ed anche in questi limitata all'unico oggetto di scuotere e tramortire chi s'imbatte in loro.

ß 19. Tali erano, o dovevan essere (giacchè non ci pare, che neppure su ciò si spiegassero abbastanza) le congetture e presunzioni di alcuni Fisiologi, i quali si figuravano, se non un'elettricità propriamente detta, caratterizzata cioè coi noti segni di attrazioni, scintille ecc., un giuoco qual esso si fosse del fluido elettrico inserviente alle funzioni animali, in specie a quelle che hanno immediato rapporto coll'influsso de' nervi su' muscoli, e sulle sensazioni, si figuravan, dico, un qualche giuoco ed azione di questo fluido, comechè nessun indizio esteriore apparisse di vera elettricità, nessuno dei consueti segni, a cui questa si riconoscem, eccetto che in quei pesci singolari più volte nominati, che danno la scossa. Però è, che da più altri Fisiologi non si facea molto caso di siffatte mere ipotesi e teorie vaghe, ed anzi si combattevano, obiettando loro, oltre questa mancanza di segni elettrici veri e riconoscibili, e di prove dirette, la poca o niuna conformità apparente colle leggi conosciute dell'Elettricismo n.

ß 20. Ma anche quando fossero convenuti tutti, e Fisici e Fisiologi, nell'ammettere il vero fluido elettrico per primario operatore de' moti muscolari, per quel fluido, onde esercitasi naturalmente nell'economia animale l'azione del nervi sopra del muscoli, il che è ben lungi che fosse, attribuendosi dalla maggior parte de' Fisiologi tal azione a tutt'altro, e confessandosi dai più sinceri di non conoscerla, di non intender bene nè da qual agente immediato, nè come si compia: quand'anche, dissi, fossero convenuti tutti in riconoscere per funzionario il fluido elettrico propriamente detto, quale e quanta distanza da una simile ipotesi, sempre incerta e vaga, chè più di così non poteva essere, alla scoperta che prova con esperienze dirette, e pone nel numero delle verità dimostrate l'elettricità animale? Qual differenza dall'esser questa soltanto sospettata o supposta, al venir chiaramente, e incontrastabilmente mostrata? Ecco quello, che era riservato al Sig. Galvani; onde resta a lui tutto il merito e l'originalità di questa grande e stupenda scoperta.

ß 21. E invero è ella men originale, e ammirabile la scoperta di Franklin dell'identità del fluido elettrico e del fulmineo, perchè Nollet e altri prima l'avean sospettata, e già avanzato aveano, che lor piacerebbe di spiegare e fulmine, e lampi, ed altre meteore coll'elettricità ? Travidero essi per semplice congettura l'elettricità delle nuvole temporalesche; ma Franklin la scoperse, e la rese manifesta e palpabile: formaron quelli al più delle ipotesi, questi verificò la cosa, e mise una tal elettricità atmosferica nel novero delle verità fisiche sperimentalmente dimostrate. Così dunque anche il nostro Galvani avendo verificata con esperienze non equivoche l'elettricità animale, supposta prima da alcuni, ma da nessuno provata (fuori della Torpedine, dell’Anguilla tremante ecc.) ha il merito in questo di una scoperta originale, non altrimenti che lo ha l'Americano Filosofo riguardo all’elettricità delle nuvole.

ß 22. A dir vero, ponendo al confronto le due scoperte, vi è un riflesso, che potrebbe far risaltare meno questa del nostro Italiano: ed è, che si aveva già qualche cosa di accertato intorno all'elettricità animale: avevam l'esempio della Torpedine, e degli altri pesci elettrici; laddove per l'elettricità naturale atmosferica nulla v’era di dimostrato avanti la scoperta di Franklin, non v’eran che congetture. Ad esser dunque rigoroso col Sig. Galvani, potrebbe rassomigliarsi la sua scoperta a quella fatta da Monnier o dell'elettricità delle nuvole anche non temporalesche, delle pioggie e nevi, delle nebbie, e fino di Ciel sereno, quando si conosceva soltanto l'elettricità delle nuvole fulminanti, e de' temporali; perciocchè siccome in seguito ad una tale elettricità gagliarda e strepitante delle nubi temporalesche si venne a scoprire l'altra blanda e pacata, che regna in qualunque altra costituzione dell'Atmosfera; così parimente dietro l'elettricità valida e scuotente della Torpedine, dell'Anguilla tremante ecc. che era la sola elettricità animale realmente conosciuta, si passò all'incomparabilmente più tenue e fiacca di tutti gli altri animali.

ß 23. A rilevare però il merito del nostro Autore, è da riflettere, che quanto facile era il passo dall'elettricità delle nubi temporalesche a quella di ogni altro stato dell'Atmosfera, essendo tal elettricità eziandio a non molta distanza da terra, tuttochè debole, ancor sensibile ai delicati elettrometri, per il che tardò poco a discoprirsi; altrettanto più difficile era a farsi, e fu quindi per tanto tempo arrestato il passo dall'Elettricità dei già detti animali, che chiamar potrebbonsi fulminei, a quella degli altri tutti, essendo in questi l'elettricità debole a segno, che nè scossa alcuna potiam risentirne, nè renderla sensibile al più delicato Elettrometro; per il che è mestieri ricorrere ad altri artifizi e compensi onde accertarla: per nulla dire delle preparazioni anatomiche richieste, acciò cotale tenuissima elettricità si manifesti in certi organi dell'animale.

ß 24. Un altro riflesso mi piace ancor di fare a proposito dell'indicato paragone tra le scoperte riguardanti l'elettricità atmosferica, e le altre che concernono l'elettricità animale. Delle prime, come la più grandiosa, così quella che ha dato luogo ad applicazioni più utile nella pratica, si è la scoperta dell'elettricità potente e minacciosa delle nubi temporalesche, giacchè i mezzi ancora ci ha insegnati di preservare gli edili, le navi ecc. dai danni del fulmine: laddove la consecutiva scoperta dell'elettricità più o men blanda sempre dominante fuori dei temporali, e fino a Ciel sereno, ci ha ben fornite delle belle cognizioni teoriche, che tendono a rischiarare molti fenomeni della Metereologia; ma poco o niente di vantaggio reale ha recato fino ad ora ai bisogni e comodi della vita, nè per adesso sembra prometterne. Tutt’all’opposto, delle scoperte concernenti l'elettricità animale, possiam dir che non già la prima e più antica, che dimostrò essere effetto di vero Elettricismo la valida commozione, che fan sentire a chi le tocca la Torpedine e l'Anguilla tremante; ma bene l'altra recentissima, che prova appartenere a tutti gli animali un grado di elettricità, debolissima in sè, e quindi non valevole a dare a noi la commozione, ma atta soltanto a produrre le contrazioni e moti muscolari dell'animale, quest'ultima scoperta, sì, del Dr. Galvani va ad esser la più feconda di utilissime applicazioni alla Medicina sì pratica, che teorica.