NUOVA MEMORIA
SULL'ELETTRICITÀ ANIMALE
IN ALCUNE LETTERE
AL SIGNOR ABATE ANTON MARIA VASSALLI
LETTERA SECONDA
Ho terminata la precedente Lettera con dire, che
conviene stare ai fatti, ed alle conseguenze immediate dei medesimi senza troppo spingersi
avanti, e abbandonarsi a congetture ed ipotesi che non abbiano tutto il fondamento in
quelli. Prendiamo dunque ad esaminare alcuni dei fatti ossia risultati delle nuove
sperienze, e vediamo le conseguenze, che più naturalmente ci si presentano.
È un fatto sperimentale, che applicando l'apice della lingua ad una
lamina di stagno, o meglio di zinco, oppure intingendola nell'acqua di un bicchiere, in
cui peschi un pezzo di esso zinco, e venendo poscia a toccare questo metallo con una
lastra d'argento impugnata dalla mano ben umida, o meglio stretta ad ambe mani, l'apice
della lingua sente un vivo sapor acido. È fuor di dubbio, che questa sensazione viene
eccitata da una corrente di fluido elettrico, il quale passa dallo stagno o zinco o
immediatamente o per mezzo dell'acqua interposta alla lingua, e vi penetra e trascorre
avanti: ciò dico, è fuori di dubbio, succedendo di sentire il medesimo sapor acido, se
detto apice della lingua tengasi applicato al primo Conduttore della Macchina comune
elettrizzato in più, oppure intinto nell'acqua di un vaso annessovi. Un
altro fatto ben rimarcabile è che invertendo l'esperienza, sicchè l'argento in vece
dello zinco baci la punta della lingua sente questa o niun sapore, o un altro assai
diverso dal primo, un sapor acre, urente, e come alcalino; non altrimenti che portando la
lingua contro il Conduttore a cuscini della Macchina, od altro elettrizzato in meno:
evidente prova, che cotal sapore alcalino, quando pure si eccita coll'elettricità in un
grado sensibile (il che riesce assai più difficile), proviene dal fluido elettrico, che
sorte dalla punta della lingua. Dunque la lingua e qualsisia sua parte (ecco una naturale
conseguenza), quanto è da sè, non tende nè a ricevere, nè a dare fluido elettrico; ma
ne riceve o dà per virtù e forza propria de' metalli, secondo che è il zinco o
l'argento, che le sta applicato, sia immediatamente, sia mediante un corpo d'acqua, od
altro corpo bagnato : dunque la lingua è meramente passiva, e attivi in
vece i metalli; son essi in codeste sperienze i veri motori, gl'incitatori della corrente
elettrica. Quello, che dico dell'argento e dello zinco, intendesi di due altri metalli
diversi, o di specie e sostanzialmente, o per una od altra accidentale modificazione: la
sola circostanza da notarsi, e che fa molto al mio proposito, è che gli effetti sono
tanto meno energici, quanto meno differiscono tra loro i metalli messi alla prova in
ordine alla vìrtù di smuovere il fluido elettrico, al potere che hanno di spingere o di
attrarre esso fluido posti al combaciamento de' corpi umidi: in una parola quanto mano
distano uno dall'altro nella serie o scala, in cui furono da me noverati nella lettera
precedente sul fine del primo §. E quello, che dico della lingua, applichisi anche ad
altri muscoli e nervi inservienti al moto de' medesimi, anzi pure ai nervi soli; giacchè
per eccitare le contrazioni de' muscoli volontari (notisi volontarj) non è punto
necessario, che il fluido elettrico venga tradotto da questi a quegli, o da quegli a
questi; ma basta fare che scorra per un brevissimo tratto dal nervo solo, come avverrà
per esempio se stringesi dolcemente con una pinzetta d'argento il tronco nervoso, dove che
sia, o poco sopra o poco sotto, anche alla distanza di una sola linea, o minore, serrisi
il medesimo con altra pinzetta di ferro, di stagno, o meglio di zinco, indi facciasi
toccare addirittura una pinzetta all'altra, oppur congiungansi con qualsisia intermedio
metallo .
Or puossi mai qui supporre non che niente di simile a carica di Leyden,
ma alcun preesistente sbilancio di fluido elettrico fra parte e parte vicinissima
dell'istesso nervo? Non credo vi sia chi il dica: bensì il combaciamento de' due metalli,
diversi (e diseguali perciò in virtù e forza) è cagione che si smova il fluido
elettrico ivi, e trascorrendo quel breve tratto di nervi ad essi metalli interposto, ne lo
stimoli e punga: col quale stimolo elettrico d'ogni altro più efficace e proprio
alleccitazione della virtù nervea (come tutte le sperienze concorrono a provare, e
sarà altrove da me posto in chiaro), col quale stimolo, dico, messo quel nervo in
attività ne nascono nel muscolo, o muscoli soggetti le contrazioni, in qual modo non
sappiamo ancora: quel nervo in somma tocco in due luoghi da' metalli diversi viene punto e
stuzzicato, non altrimenti che coi medesimi vengono stuzzicati sull'apice della lingua i
nervi del gusto e in fondo all'occhio quelli della visione nelle altre mie sperienze già
riferite, ed eccitato anche un molesto bruciore ai confini delle palpebre.
È dunque stabilita l'azione in vero mirabile de' metalli sul fluido
elettrico, ogniqualvolta vengano quelli applicati all'acqua, o ad altri fluidi differenti
(tali sono tutti i liquidi, eccetto i grassi) od a corpi impregnatine; e quanto più si fa
palese cotesta, ch'io vorrei nominare Elettricità metallica, quanto più
riconoscesi attiva ed estesa, tanto più svaniscono le prevenzioni per quell'altra, che da
Galvani fu chiamata Elettricità animale, e come tale intesa e tenuta anche da me
sul principio (con delle modificazioni però, conforme raccogliesi dalle mie prime Memorie
su questo soggetto): la quale poi a mio parere cade del tutto, malgrado gli sforzi che si
fanno da' suoi partigiani per sostenerla , se si riflette, che fuori dei metalli,
delle miniere (molte delle quali sì ricche che povere di metallo, e le piriti stesse ho
pur trovato che non la cedono ai regoli metallici) e del carbone di legna, il quale per la
virtù, di cui si tratta, non meno che per quella di essere eccellente conduttore, va
posto in compagnia de' metalli, niun altro conduttore è atto, applicandolo in qualità di
armatura, a produrre, nè il sapore elettrico sulla lingua, nè la corruscazione
nellocchio, nè il bruciore, nè movimento alcuno ne' muscoli della rana la più
vivace, e meglio preparata. E perchè se trovasi il fluido elettrico sbilanciato negli
organi dell'animale; in guisa che sovrabbondi nelle parti superiori del corpo rispetto
alle inferiori, o viceversa, se trovasi accumulato ne' nervi, o nell'intemo de' muscoli,
in cui s'impiantano i nervi rispetto all'estemo de' muscoli medesimi, come ha preteso
Galvani, o all'opposto, come certe mie sperienze parvero dimostrare; perchè, dico, se in
alcuna di queste, o in altra immaginabile maniera trovasi il fluido elettrico sbilanciato
nel corpo dell'animale e. g. in una rana preparata, le di cui gambe posteriori pescano in
un bicchiere d'acqua e il tronco colla spinal midolla in un altro, e se questo pretende la
ragione per cui indotta la comunicazione da un bicchiere all'altro con un arco metallico,
si scuotano quelle gambe percosse dall'impeto, che fa il liquido portandosi
istantaneamente all'equilibrio, perchè, domando, non succedono gli stessi moti, perchè
rimane la rana perfettamente quieta, ove si adoperi per arco conduttore, invece de'
metalli, qualche altro buon deferente, una corda, un legno, un cartone, od altri corpi,
non che umidi, bagnati e grondanti d'acqua, o due dita della mano, e neppure intingendo
ambe le mani intere, una per ciascun bicchiero? Non mi venghiate a dire, che siano questi
non abbastanza buoni Conduttori; poichè io vi risponderò, che lo sono anche più del
bisogno, come mostrano le sperienze riferite già nella lettera precedente, ed altre, in
cui due, tre, quattro persone, e fino 15, 20, e delle liste di panno, di cuoio, di
cartone, ecc. bagnati, e rami d'alberi verdi, e lunghi tratti di pavimento umido, non
impediscono entrando nel circolo, che la rana preparata venga scossa, che la punta della
lingua senta il sapore, il fondo dell'occhio sia colpito da momentaneo chiarore, sol che
una parte qualunque di tal circolo, vicina o lontana da essa rana, da essa lingua, da esso
occhio, formisi da due metalli diversi singolarmente argento e zinco, comunicanti fra di
loro, o per immediato contatto, o per altri intermedi metalli. Presa dunque una gran lunga
fila di persone, il pavimento umido, ed altri corpi bagnati sono abbastanza deferenti per
lasciare passare in queste sperienze, senza molto indebolirla, la corrente di fluido
elettrico, che va a scuotere la rana. Mi vorrete poi dire, che non sia conduttore
abbastanza buono una persona sola, che intinge una mano nell'acqua di un bicchiero, e
l'altra nell'altro, un arco di cartone tutto inzuppato, e grondante d'acqua, o simile
altro deferente, e sosterrete, che tali corpi arrestano o ritardano la scarica del fluido
elettrico dalla parte in cui si suppone accumulata all'altra rispettivamente mancante
della rana, che pesca di qua co' piedi, di là col tronco ne' due bicchieri? Eh! diciamo
piuttosto, che non esiste tal carica, tal eccesso e difetto di fluido elettrico ne'
rispettivi organi dell'animale preparato, o non preparato, che esso fluido vi è in
equilibrio come in tutti gli altri corpi; epperò che l'arco conduttore formato da una o
più persone, da cuoi, panni, cartone, o corpi bagnati quali essi sieno, da deferenti in
somma non metallici, nulla più essendo atto a prestare che l'officio appunto di
conduttore, non può in alcun modo rompere o turbare tal equilibrio, non può determinare
alcuna corrente di esso fluido, che invada i nervi e muscoli dell'animale collocato nel
circolo, e ne gli irriti e scuota. I quali effetti se succedono poi ogniqualvolta
intervengono nella catena, onde è formato detto circolo non interrotto de' corpi
metallici, o de' carboni, ciò prova ad evidenza che essi corpi metallici e carboni, oltre
la virtù comune agli altri deferenti di lasciar liberamente passare il fluido elettrico,
il quale sbilanciato comunque tenda per propria forza a portarsi da un luogo all'altro,
posseggono quella ben singolare e mirabile di agire sopra esso fluido anche equilibrato e
quieto, di smoverlo come che sia impellendolo o tirandolo; e sì un metallo più che
l'altro, o in un senso opposto uno all'altro: onde poi vien tratto ove il circolo de'
conduttori non abbia interruzione, come si è detto, in un continuo giro: che in somma i
metalli, molte miniere metalliche e piriti, ed il carbone non si comportano già come
semplici conduttori; ma inoltre come veri motori ed eccitatori di
Elettricità. Tutta dunque la magia, mi si permetta di dirlo, sta nei corpi della classe
de metalli, a cui voglionsi aggiungere per somiglianza di virtù alcuni carboni
vegetabili ed animali.
Ma se è così, se nulla mai e poi mai può ottenersi senza di quelli,
cioè coi soli deferenti umidi, nelle rane anche più vivaci e meglio preparate ; e
se all'incontro coll'intervento dei primi impiegandone massimamente due de' più diversi
in ordine all'indicata virtù e potere, come argento e stagno, o meglio argento e zinco,
giungesi ad eccitare i più forti motori muscolari nelle più deboli e spossate, molte ore
ancora, e fino uno, due, e più giorni dopo averle tagliate, e disponendo le sperienze in
tante e tante varie maniere, come ho praticato da due anni con maraviglia sempre nuova di
tutti quelli, a cui ho mostrate tali sperienze, vi è ben ragione di chiamar questa
piuttosto Elettricità metallica che Elettricità animale; giacchè i
metalli la eccitano veramente, e originariamente essi sono che dànno la mossa al fluido
elettrico: gli organi animali meramente passivi non fanno che risentirsene,
allorchè viene o in questa, o in altra maniera eccitata altronde, e trascorre per essi,
segnatamente pe' nervi, e tanto più se ne risentono, quanto per essi nervi passa più
ristretta la corrente di detto fluido, determinata sempre mai da causa estrinseca.
In tal modo tolta agli organi animali ogni azione elettrica propria,
che nasca cioè da principio interno, abbandonata questa bella idea, che suggerivano le
prime sperienze di Galvani, e ch'io pure avea avidamente abbracciata, vanno essi organi, i
nervi singolarmente, e muscoli volontari riguardati quai semplici Elettrometri di un nuovo
genere, e di una maravigliosa sensibilità. |