OPERE SCELTE

ARTICOLO I

Del Galvanismo semplice ossia dei fenomeni così detti galvanici prodotti dall' applicazione di soli due o tre conduttori, ossia motori elettrici diversi

§ 1. Si è dato il nome di Galvanismo ai moltiplici fenomeni derivanti in origine dalle belle ed insigni scoperte fatte da Luigi Galvani, Medico e Professore nell'Università di Bologna, di certe convulsioni, e forti sbattimenti, che a grande maraviglia si eccitano ne' membri recisi, e più o meno spogliati de' loro integumenti, di qualsisia animale, e singolarmente nelle gambe delle rane, e ciò in virtù di una semplice applicazione di corpi, che appartengono alla classe de' conduttori elettrici, e singolarmente di metalli, fatta in guisa tale applicazione da formare arco di comunicazione fra una ed altra parte di essi membri, massime fra nervo, e musculo. Questi effetti somigliantissimi a quelli, che produce sugli stessi organi animali una scarica elettrica artificiale anche debole, anzi pur debolissima, portarono naturalmente il celebre e sagace Professore Bolognese a pensare, che essi provenissero appunto da elettricità, e sì da un'elettricità naturale e propria di quegli organi, alla quale diede perciò il nome di Elettricità animale. Molto anche conduceva a far credere questa una vera elettricità organica, od animale, quella della Torpedine non dubbia, e così potente dell'Anguilla tremante denominata Gymnotus electricus, e di altri pesci, dotati come questi della meravigliosa virtù di produrre in chi li tocca una vera scossa elettrica.

§2. A tali prime scoperte di Galvani pubblicate da lui in una egregia opera latina con figure, intitolata de Viribus Electricitatis in motu musculari nel 1791., ma che non venne conosciuta, che verso la primavera del 1792., a tali fenomeni delle convulsioni, e contrazioni muscolari più o meno violente ed estese nelle rane, ed altri animali a sangue freddo, e a sangue caldo ancora altri fenomeni egualmente sorprendenti, ed altre luminose scoperte si aggiunsero in seguito da altri fisici, che si accinsero a ripetere, e variare le Sperienze Galvaniane; fra' quali merita di essere distinto il nostro Volta Professore di Fisica Sperimentale nell'Università di Pavia e venerato mio Maestro. Le principali di queste nuove scoperte a lui dovute, e pubblicate nelle prime sue Memorie del 1792. e 1793. (che si trovano negli Annali di Chimica stampati in Pavia dal Professore Brugnatelli) sono varie sensazioni, che si eccitano cogli stessi artifizj, coll'applicazione cioè di cotali archi composti di due metalli diversi: sensazioni cioè di sapore sulla lingua, e questo acido od alcalino, secondo la disposizione rispettivamente ad essa lingua di tali metalli combinati, ed anche quando non toccano questi immediatamente la lingua, ma vi comunicano soltanto per mezzo di altri conduttori non metallici; di un lampo ossia fulgore passaggiero negli occhi; di bruciore più o meno vivo e sostenuto nelle parti molto delicate, o spogliate degli integumenti, nelle piaghe, ec.: ma soprattutto l'aver dimostrato, che la condizione essenziale perchè vengano prodotte, e quelle convulsioni, e queste sensazioni, ella è, che nell'arco conduttore, con cui compiesi il circolo, trovinsi a contatto conduttori di specie diversa, singolarmente metallici, onde poi conchiuse fin dall'Autunno dell'ìstesso anno 1792., che tali effetti provenivano tutti, non già da un'elettricità animale nel vero senso, cioè propria e attiva degli organi, come opinato avea, e volle poi sostenere anche in seguito il sullodato Galvani con Aldini, ed altri suoi seguaci, e come egli stesso il Volta avea pur adottato in sulle prime sotto certe condizioni; ma sibbene da un'elettricità artificiale, ed estrinseca, mossa cioè dal mutuo contatto di essi conduttori diversi, singolarmente metallici. Dietro codesta nuova sentenza del Professore di Pavia, che mantenne poi sempre e difese contro ogni attacco, la causa degli indicati fenomeni parvegli, e fu provato in allora conveniente, che si chiamasse piuttosto Elettricità metallica, che Elettricità animale.

§3 Dicesi metallica, non già che sia propria esclusivamente dei metalli; ma per l'eccellenza di questi, che Volta chiamò conduttori e motori di prima classe (aggiungendo a questa classe anche i Carboni) nel potere d'incitare, e movere il fluido elettrico pel semplice mutuo loro contatto; del quale potere non sono già privi affatto gli altri conduttori non metallici, i conduttori umidi, o di seconda classe, essendosi l'istesso Volta, il quale ne dubitò per qualche tempo, accertato alla fine, e mostrato avendoci con molte prove, che ne godono pur essi, ove vengano parimente a toccarsi due di specie diversa, sebbene in grado incomparabilmente più debole che i metalli; e generalizzato avendo così il principio della forza incitatrice e motrice del fluido elettrico propria de' conduttori. Di questa dunque godono in qualche grado anche i conduttori umidi, o di 2. classe, avvegnachè in generale molto meno de' metalli, come si è detto. Epperò non è maraviglia, se anche senza alcuno di questi si riesce talvolta ad eccitare delle convulsioni in una rana, che preparata di fresco alla nota maniera di Galvani, in guisa cioè che le gambe tengano alla spina dorsale per i soli nervi lombari, od ischiatici, trovisi in sommo grado eccitabile; non è maraviglia, se vi si riesca facendo arco conduttore con diverse sostanze umide, ed anche senza altro estraneo conduttore colle parti stesse dell'animale, ripiegando per esempio semplicemente una gamba di essa rana, e facendola toccare, segnatamente in una parte del ginocchio, o dell'articolazione del piede, ai muscoli snudati del dorso, o ai detti nervi ischiatici parimente nudi. In tutti questi casi è pur visibile il contatto di conduttori fra loro diversi, quali sono nell'ultimo addotto esempio essa parte del ginocchio, o dell'articolazione del piede, la quale mostrasi bianco-lucente, tendinosa e dura, e que' nervi, o que' muscoli assai più molli, e intrisi d'altro umore.

E che in fatti quelle convulsioni (altronde non molto forti in simili casi), quando pure accadono, siano dovute alla diversità delle parti, che vengono portate al mutuo contatto, si fa vieppiù evidente al Volta dall'aver egli osservato, che qualora non succedano, perchè, secondo lui, la picciola differenza superficiale tralla parte della rana, e il dorso, o i nervi, cui portasi quella a toccamento, non valga ad incitare sufficientemente il fluido elettrico per produrre in essa rana le convulsioni (le quali diffatto mancano sovente facendo così l'esperienza, e sempre, poi mancano, ove la rana non sia delle più vigorose, e preparata di fresco nella migliore maniera; laddove impiegando per arco conduttore, ossia ponendo nel circolo a mutuo contatto due metalli abbastanza diversi, come argento e stagno o meglio zinco, non mancano mai, e si ottengono anche senza quella preparazione cotanto vantaggiosa della rana, cioè anche in una rana intiera, e trucidata soltanto, o al più scorticata, che è 30 o 40 volte meno eccitabile di una compitamente preparata), ove, dissi, non succedano tali convulsioni, o malamente vi si riesca, e con difficoltà coll'addurre semplicemente questa o quella parte della gamba al contatto de' detti nervi, o muscoli; assai più facilmente ottengonsi, e più strepitose coll'interporvi un corpo intriso di qualche umore eterogeneo, o salino, o collo sporcare di tal umore l'una, o l'altra di codeste parti, che si adducono al combaciamento. La cosa riducesi dunque anche qui all'impulso dato al fluido elettrico da un contatto eterogeneo di conduttori; impulso tanto più efficace, quanto è maggiore tal eterogeneità, ossia la differenza tra i due corpi, o superficie, che applicansi a mutuo contatto.

§ 4. Ecco come spiegava il nostro Volta in alcune lettere al Professore Vassalli (pubblicate nel già citato Giornale di Brugnatelli anno 1796.) quelle sperienze delle convulsioni eccitate, senza l'applicazione di alcun metallo, nelle rane squisitamente preparate, ed al sommo irritabili; sperienze, per cui credettero i Galvanisti di trionfare: ecco come riuscì a rendere vani questi ultimi loro sforzi per sostenere la pretesa elettricità animale. A tali spiegazioni, e dimostrazioni si arresero molti; ma altri vollero pur difendere la prima opinione di Galvani, e cercarono tutte le vie d'impugnare quella vittoriosa del Professore di Pavia. (c)

 

 

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c Il Professore Aldini nella Parte terza di un'operetta da lui pubblicata nel 1802. (Saggio di Esperienze sul Galvanismo), e di nuovo nella sua Opera grandiosa intitolata Essai théorique et expérimental sur le Galvanisme 1804 torna in campo colle sue rane tagliate, le quali nelle più favorevoli circostanze di ottima compita preparazione, e di una eccitabilità in sommo grado convel-lonsi in guisa di vibrar fortemente e a slanci le gambe, qualunque volta venga stabilito un arco di comunicazione tra i muscoli di queste, e i nudi nervi lombari, formato tal arco di diversi conduttori umidi, senza alcun metallo, anzi pure di sole sostanze animali: torna ad obbiettare le antiche sperienze di Galvani e sue, nelle quali otteneansi le anzidette convulsioni, sia coll'inclinare detti nervi pendenti, e condurli pianpiano a baciare la viva carne della coscia; sia col ripiegare una gamba, e portare uno od altro de' suoi muscoli, segnatamente qualche parte tendinea di questi, a contatto de' nervi medesimi, o del pezzo di tronco, che trovisi ad essi unito; sia coll'interposizione a queste parti di altre muscolari, tendinee, ec. recise al medesimo, o ad altro animale, o di altre sostanze conduttrici, animali o non animali: sperienze che sono state fatte, e variate anche da altri, particolarmente dal Dott. Valli, e dal Volta medesimo: torna, dico, l'Aldini in campo con queste ben note sperienze, che esso Volta ha già spiegate compitamente nelle sopracitate lettere al Professore Vassalli, e in altre Memorie; e ne aggiunge delle nuove affatto analoghe, che ricevono per conseguenza la medesima spiegazione; come sono quelle per esempio di eccitare le solite convulsioni nelle rane preparate ancor qui di tutto punto, ed irritabilissime, sostenendole con una mano umida pe' piedi, ed adducendo i loro nervi ischiatici, o il pezzetto di spina, o tronco rimastovi attaccato, al contatto della lingua sporgente di un vitello o di altro grosso animale trucidato di fresco, mentre un dito dell'altra mano bagnato di acqua salsa tiene turato l'orecchio dello stesso animale, o meglio sta inserito nella midolla spinale del teschio reciso: sperienze che non hanno altro d'importante, che l'apparato di un più gran macello; e che altronde si riducono anche più chiaramente delle altre fatte colla rana sola, al principio stabilito, e dimostrato dal Volta, che tutti cioè i conduttori diversi posti a mutuo contatto incitano e movono in virtù ed a norma di tale diversità, anche solo superficiale, il fluido elettrico; i metalli generalmente assai più, che i conduttori
gGiova qui richiamare ciò che si è già accennato nelle ultime righe della nota (c), cioè che gli organi elettrici della Torpedine consistono in un aggregato di molti prismetti, o canali membranosi, in ciascuno de' quali trovasi una serie numerosa di piccoli diaframmi, o pellicole applicate, e sovrapposte le une alle altre; come appunto le laminette, o dischi metallici negli apparati a colonna del nostro Volta. La differenza è in ciò solo che quelle laminette non sono metalliche come queste. Ma se anche i conduttori umidi, o di 2. classe, sono motori di elettricità, come esso Volta ha provato, sebben debolissimi in generale; e se poi fralle sostanze animali ve ne possono essere di abbastanza attivi, come egli presume, una tal differenza non distruggerà il parallelo