Il contesto epistemologico nei secoli XVII e XVIII

All'inizio del XVII secolo anche i criteri epistemologici erano in evoluzione: si passava dalla distinzione medievale tra qualità sensibili (valide) e qualità occulte (non valide), a quella galileiana tra qualità primarie quantificabili (valide) e qualità secondarie non quantificabili (non valide).
Il problema era che le qualità primarie spesso non erano direttamente sensibili ed anzi, nel caso della gravitazione newtoniana, decisamente occulte. Il conflitto tra le due epistemologie era netto. Il cosiddetto metodo sperimentale non si basava in realtà sui puri dati osservativi: il sole effettivamente sorge e tramonta, i corpi più pesanti cadono più velocemente, il pendolo non risale alla stessa altezza. Galileo al paradigma aristotelico, basato su tali dati, aveva sostituito un approccio fortemente platonico, basato sull'esistenza di leggi matematiche. Queste ultime non sono direttamente osservabili, ma ipotizzabili sulla base di complesse argomentazioni e corroborabili tramite complesse sperimentazioni basate su nuovi strumenti.
Questa epistemologia e metodologia si era affermata nelle scienze classiche ma incontrava difficoltà nel processo di misurazione e quantificazione dei nuovi domini osservativi delle scienze baconiane, come in fisiologia, ove sembrava prioritario eliminare le qualità occulte. In questi campi il programma di ricerca di Leibniz ebbe un'influenza definitiva e produttiva.
Infine va ricordato che in questo periodo si sviluppava la critica dell'induzione da parte di Hume e l'analisi della conoscenza scientifica di Kant, che introdusse tra l'altro interessanti considerazioni sul ruolo della componente sistemica dei principi regolativi nelle teorie scientifiche. Per dare un esempio, l'attività di Galvani era innovativa per la fisiologia, che diventa campo di precise e accurate indagini sperimentali di tipo baconiano, ma era ovviamente legata all'epistemologia qui definita come aristotelica, cioè al tentativo di rendere sensibili" e quindi scientifiche, le qualità occulte. L'attività di Volta era invece più strettamente legata all'introduzione di termini teorici ed ai processi di quantificazione di questi termini, che però non sono portati avanti lungo linee newtoniane-coulombiane. Tali processi si basano sulla ricerca di fattori intensivi (additivi) ed estensivi (non additivi). Il prodotto di questi due fattori ha esso stesso un significato fisico, seguendo una vecchia tradizione che cominciò con Oresme, fu migliorato da Leibniz e, dopo Volta, avrà un'influenza, nel XIX secolo, particolarmente sull'evoluzione del concetto di energia.