Sala C - Il passato remoto

Prima di essere largamente utilizzata nella società, l'elettricità, nella prima metà dell'Ottocento, è confinata nell'ambito dei laboratori di ricerca.
I motori elettrici, sempre più perfezionati, derivano dai primi rudimentali dispositivi magneto-elettrici, essenzialmente giocattoli da laboratorio, risultato della fertilissima scoperta delle interazioni tra elettricità e magnetismo.
Nel corso del secolo vengono ideati diversi tipi di pile per ottenere rendimenti sempre migliori; appaiono i primi accumulatori ricaricabili.
Nasce l'elettrochimica con la decomposizione elettrolitica dell'acqua e di diversi sali; vengono ottenuti nuovi elementi quali potassio e sodio; si arriva alla galvanoplastica che consente di realizzare oggetti metallici facendo depositare il metallo su stampi appositamente predisposti.
Le lampadine ad incandescenza hanno alle spalle i primi tentativi di ottenere luce grazie all'arco elettrico
con elettrodi di carbone alimentati da grandi batterie di pile; la luce ad arco estremamente vivida e brillante desta grande scalpore ed ispira poeti e artisti.
Enorme importanza rivestono gli strumenti di misura della corrente, sempre più sensibili, come il galvanometro astatico.
Gli esperimenti di elettrostatica, che avevano a lungo interessato gli scienziati nei primi decenni del secolo, grazie anche alle nuove e potenti macchine ad induzione, vengono via via abbandonati.