SECONDA MEMORIA

 

Dove si determinano le leggi secondo cui il fluido magnetico, come pure il fluido elettrico, agiscono sia per repulsione sia per attrazione .[1]

Poiché la bilancia elettrica che ho presentato all'accademia, nel giugno del 1785, misura con esattezza e in modo semplice e diretto la repulsione di due sfere che sono cariche del medesimo tipo d'elettricità, servendosi di questa bilancia è stato facile dimostrare che l'azione repulsiva di due sfere caricate col medesimo tipo di elettricità e poste a diverse distanze, era con grande precisione inversamente proporzionale al quadrato delle distanze: ma quando ho voluto servirmi dello stesso strumento per determinare la forza attrattiva delle due sfere cariche di elettricità differente, ho incontrato, usando questa bilancia per misurare l'attrazione tra le due sfere, un inconveniente pratico che non si verifica quando si misura la repulsione. [2]

La difficoltà pratica dipende da questo: allorchè le due sfere si avvicinano attraendosi, la forza d'attrazione che cresce, come vedremo tra breve, con l'inverso del quadrato della distanza, cresce spesso più rapidamente della forza di torsione che cresce solo proporzionalmente all'angolo di torsione; cosicché solo dopo aver fallito molte prove, si è tentato di impedire alle sfere che si attirano di toccarsi, frapponendo un ostacolo idioelettrico al moto dell'ago, ma poiché la nostra bilancia è spesso usata per misurare azioni di meno di un millesimo di grain, il contatto dell'ago con questo ostacolo, altera i risultati, ed obbliga ad una manipolazione durante la quale una parte d'elettricità va persa.[3]

La Fig. 1 ed il calcolo seguente chariranno in cosa consistono le difflcoltà dell'operazione, e mostreranno nello stesso tempo i limiti entro cui bisogna mantenere le prove per aver successo. [4]

Sia aca' la posizione naturale dell'ago quando il filo di sospensione non è ancora torto; a rappresenti la sfera di sambuco, attaccata all'ago isolante aa' ; b sia la sfera sospesa nel foro della bilancia. Se si caricano le due sfere l'una dell'elettricità che si dice positiva, l'altra dell'elettricità che si dice negativa esse si attireranno mutuamente; la sfera a dell'ago avvicinandosi al globo b, prenderà la posizione F c F'; questa posizione è tale che la forza di reazione di torsione rappresentata da a c F, angolo di torsione del filo di sospensione, è uguale alla forza attrattiva delle due sfere; e se questa forza attrattiva fosse proporzionale all'inverso del quadrato delle distanze, così come si è trovato per la forza repulsiva, nella nostra prima memoria, [5] si avrà, ponendo ab = a, a F = x D = prodotto delle masse elettriche delle due sfere, [6] e presi gli archi a e x sufficientemente piccoli perché possano misurare la distanza delle due sfere (altrimenti bisognerebbe prendere la corda di questo arco come distanza, e il coseno della metà per il braccio della leva); si avrà, io dico, fatte queste ipotesi, per l'equilibrio tra l'attrazione

delle due sfere e la reazione della torsione, la formula [7]

nx= D/(a-x2)

cioè D = nx(a-x) ;

da cui risulta che quando x = a o x = 0, il valore di D sarà nullo, e pertanto c'è un punto tra a e b, dove D è un massimo; il calcolo dà per questo punto x = a/3. Sostituendo questo valore di x nella formula di D nel caso dell'equilibrio,

si avrà [8]

D = 4na / 27

e pertanto ogni volta che D supererà i 4/27 na , non ci sarà tra a e b nessuna posizione F, in cui l'ago possa stare in equilibrio, e le sfere si toccheranno necessariamente: ma bisogna osservare che nella pratica, anche se D è minore di 4/27 na 1e sfere arrivano a toccarsi spesso, perché la flessibilità del filo di sospensione dell'ago permette all'ago di oscillare, e, passato a/3, la forza d'attrazione aumenta più rapidamente della forza di torsione; cossicché quando la sfera F arriva, a causa dell'ampiezza dell'oscillazione, ad una distanza x, dove D è maggiore di nx (a - x) , le due sfere continuano ad avvicinarsi sino a toccarsi. [9]

E' stato seguendo questa teoria che sono riuscito a mettere in equilibrio a diverse distanze la forza attrattiva delle due sfere cariche, con la forza di torsione del mio micrometro; confrontando poi le diverse prove, ne ho concluso che la forza attrattiva delle due sfere caricate l'una dell'elettricità che si dice positiva, e l'altra di quella che si dice negativa, era inversamente proporzionale al quadrato delle distanze tra i centri delle due sfere, relazione già trovata per la forza repulsiva. [10]

Per rendere più certo questo risultato, ho tentato, nel caso dell'attrazione, un altro sistema che, pur essendo meno semplice e meno diretto del precedente, richiede minori cure e precauzioni per riuscire; esso ha poi l'apparente vantaggio di presentare delle esperienze realizzate con globi di diametro considerevole, mentre nella bilancia non si possono usare che sfere di piccole dimensioni, ma questo vantaggio non è che apparenteapparente, e si vedrà apparente, e si vedrà in seguito nelle diverse memorie che successivamente presenterò all'Accademia, che con delle sfere di due o tre linee di diametro, e per mezzo della bilancia descritta nella nostra prima memoria, si può non soltanto misurare la massa totale di fluido elettrico contenuta in un corpo di forma qualsiasi, ma anche la densità elettrica di ciascuna parte del medesimo corpo. [11]

Secondo metodo sperimentale per determinare la legge secondo cui un globo di uno o due piedi di diametro attira un piccolo corpo elettrizzato con un'elettricità di natura diversa della sua.

Il metodo che seguiremo è analogo a quello da noi usato nel settimo volume dei Savans Étrangers, per determinare la forza magnetica di una lama d'acciaio in funzione della sua lunghezza, del suo spessore e della sua larghezza. Si attua sospendendo orizzontalmente un ago, di cui si sia elettrificata solamente l'estremità, e che, posto ad una certa distanza da un globo carico di elettricità di natura differente, ne risulti attratto, e oscilli in virtù dell'azione di questo globo: si determina poi matematicamente, in base al numero di oscillazioni in un tempo dato, la forza attrattiva a diverse distanze, così come si determina la forza di gravità con le oscillazioni del pendolo ordinario. [12]

Ecco alcune osservazioni che ci hanno guidato nelle seguenti esperienze. Un filo di seta, così come esce dal bozzolo, e che può portare fino ad 80 grains senza spezzarsi, ha una flessibilità di torsione tale che se ad un simile filo di 3 pollici di lunghezza si sospende orizzontalmente nel vuoto una piccola placca circolare, di peso e di diametro noti, si troverà in base ai tempi di oscillazione della piccola placca, secondo la formula spiegata in una memoria sulla forza di torsione, stampata nel volume dell'Accademia nel 1784, che, agendo con una leva lunga circa 7 o 8 linee per torcere la seta attorno al suo asse di sospensione, la più parte delle volte non sarà necessario impiegare per un intero giro di torsione che una forza di un sessanta millesimo di grain: e se il filo di sospensione ha una lunghezza doppia, cioè di sei pollici, non sarà necessario che un cento-ventimillesimo di grain. La stessa cosa accadrà sospendendo orizzontalmente un ago a questa seta; o quando l'ago avrà raggiunto lo stato di quiete, o quando la seta sarà completamente svolta. Se per mezzo di una forza qualunque si fanno fare a quest'ago delle oscillazioni che non si allontanino che di 20 o 30 gradi dalla linea in cui la torsione è nulla, la forza di torsione non potrà influenzare che in modo pressoché insensibile la durata delle oscillazioni, anche se la forza che produce le oscillazioni non è che di un centesimo di grain. Tenendo conto di questo primo dato, ecco come si è proceduto per determinare la legge dell'attrazione elettrica. [13]

Si sospenda, Fig.2, un ago lg di gomma-lacca, ad un filo di seta sc di 7-8 pollici di lunghezza, semplice così come esce dal bozzolo; all'estremità 1, si fissa perpendicolarmente a questo filo un cerchietto di 8-10 linee di diametro, ma molto leggero e ricavato da un foglio di carta dorata; il filo di seta è attaccato in s all'estremità inferiore di un bastoncino st, seccato al forno e ricoperto di gomma-lacca o di cera di Spagna; questo bastoncino è fissato in t con una pinza che scorre lungo il regolo Oe, e si può fermare nella posizione voluta per mezzo della vite v.

G è un globo di rame o di cartone ricoperto di stagno sostenuto da quattro colonne di vetro ricoperte di cera di Spagna, e ciascuna sormontata, per migliorare ulteriormente l'isolamento da quattro bastoni di cera di Spagna, lunghi dai tre ai quattro pollici; queste quattro colonne sono fissate nella loro parte inferiore ad un piatto, che viene posto su di una tavoletta scorrevole che può, come mostra la figura, fermarsi all'altezza più comoda per l'esperimento; anche il regolo EO, per mezzo della vite E, può fermarsi all'altezza conveniente. [14]

Avendo così preparato ogni cosa, si pone il globo G in modo che il suo diametro orizzontale Gr, corrisponda al centro della placca l, distante da esso qualche pollice.

Si dà una scintilla elettrica al globo, per mezzo della bottiglia di Leyda, si pone a contatto un corpo conduttore con la placca l e l'azione del globo carico sul fluido elettrico della placca non elettrificata fomisce a questa placca un'elettricità di natura diversa da quella del globo; in modo che, ritirando il corpo conduttore, il globo e la placca agiscano l'uno sull'altra per attrazione. [15]

 

Esperienza

Il globo G aveva un piede di diametro, la placca l 7 linee, l'ago di gomma-lacca lg 15 linee di lunghezza; il filo di sospensione sc di seta, così come esce dal bozzolo, era di 8 linee di lunghezza: quando la pinza era sul punto o la placca l toccava il globo in r, e mano a mano che si allontanava la pinza verso E la placca si allontanava dal centro del globo della quantità data dalle divisioni 0, 3, 6, 9, 12 pollici, essendo il globo carico con un'elettricità detta elettricità positiva, e la placca di elettricità negativa, secondo il procedimento sopra indicato: si sono avuti i seguenti risultati:

I Prova - La placca l, posta a 3 pollici di distanza dalla superficie del globo, o a 9 pollici dal suo centro, ha effettuato 15 oscillazioni in 20".

II Prova - La placca 1, allontanata di 18 pollici dal centro del globo, ha effettuato 15 oscillazioni in 40".

III Prova - La placca 1, allontanata di 24 pollici dal centro del globo, ha effettuato 15 oacillazioni in 60" . [16]

 

Spiegazione e risultato dell'esperienza

Quando tutti i punti di una superficie sferica agiscono con una forza attrattiva o repulsiva inversamente proporzionale al quadrato della distanza su di un punto posto ad una distanza qualsiasi da questa superficie si sa che l'azione risulta eguale a quella che si avrebbe se tutta la superficie sferica fosse concentrata nel centro della sfera stessa. Ma poiché nella nostra esperienza la placca l non ha che 7 linee di diametro, e nelle prove la sua distanza media dal centro della sfera è stata di 9 pollici si può, senza errori sensibili, supporre che tutte le linee che vanno dal centro della sfera ad un punto della placca, siano parallele ed eguali; e di conseguenza che l'azione totale della placca possa essere considerata concentrata nel suo centro, come l'azione del globo; in modo che, nelle piccole oscillazioni dell'ago, l'azione che fa oscillare l'ago sia una quantità costante per una data distanza, e agisca lungo la direzione che congiunge i due centri [17].

Così, detta F la forza, T il tempo d'un certo numero d'oscillazioni, si avrà T proporzionale a

1/(F)½ ma se d è la distanza Gl dal centro del globo al centro della placca, nell'ipotesi che le forze attrattive siano proporzionali all'inverso del quadrato della distanza, cioè a1/d , T risulterà proporzionale a d, cioè alla distanza; cosicché facendo variare nelle nostre prove la distanza, i tempi di un medesimo numero di oscillazioni dovrebbero risultare proporzionali alla distanza tra il centro della placca e il centro del globo [18]:

Confrontiamo questa teoria con l'esperimento.

I Prova - Distanze tra i centri 9 pollici, 15 oscillazioni in 20".

II Prova- 18 pollici, 15 oscillazioni in 41"

III Prova- 24 pollici, 15 oscillazioni in 60".

Le distanze qui vanno come i numeri 3, 6, 8. I tempi d'un medesimo numero d'oscillazioni 20, 41, 60. Secondo la teoria sarebbero dovuti essere 20, 40, 54.

Perciò su queste tre prove, la differenza tra la teoria e l'esperienza è di 1/10 per l'ultima prova rispetto la prima, è pressoché nulla per la seconda rispetto la prima; ma bisogna notare che ci sono voluti circa quattro minuti per fare le tre prove; che benché l'elettricità tenesse abbastanza a lungo il giorno di queste esperienze, essa tuttavia perdeva 1/40 d'azione in ciascun minuto.

Vedremo in una memoria che seguirà quella che vi presento oggi, che quando la densità elettrica non è troppo forte l'azione elettrica di due corpi carichi diminuisce in un dato tempo, esattamente come la densità elettrica, o come l'intensità dell'azione; così poiché le nostre prove sono durate quattro minuti, e poiché si perdeva 1/40 d'azione elettrica per minuto, tra la prima e l'ultima prova, l'azione dovuta all'intensità della densità elettrica, indipendentemente dalla distanza deve essere diminuita di circa un decimo; di conseguenza, per avere il tempo corretto della durata delle 15 oscillazioni dell'ultima prova, bisogna fare

(10)½ : (9)½ come 60 secondi sta alla quantità cercata che si troverà essere di 57 secondi, che non differisce che di 1/20 dai 60 secondi trovati

sperimentalmente. [19]

Eccoci dunque giunti, seguendo un metodo completamente diverso dal precedente, ad un risultato simile; cosicché possiamo concludere che l'attrazione reciproca del fluido elettrico detto positivo sul fluido elettrico usualmente chiamato negativo è in ragione inversa del quadrato delle distanze; così come abbiamo trovato nella nostra prima memoria, che l'azione reciproca tra fluidi elettrici della medesima natura è in ragione inversa al quadrato delle distanze. [20]

 

Prima osservazione

Si capisce che è assai facile, usando il metodo precedente, ottenere, per mezzo delle oscillazioni dell'ago elettrico, le leggi della forza repulsiva, così come noi abbiamo appena determinato quelle della forza attrattiva. In effetti, se si fa toccare la placca al globo carico essa prenderà un'elettricità della medesima natura di quella del globo e sarà respinta; in modo tale che l'ago oscillerà in virtù di questa repulsione, in una posizione diametralmente opposta alla prima, e dal numero delle oscillazioni in un dato tempo confrontato con la distanza tra il centro della placca ed il centro del globo, sarà possibile risalire alla forza repulsiva con il medesimo calcolo che noi abbiamo appena eseguito per avere la forza attrattiva: tuttavia dobbiamo dire che tutte le esperienze in cui si vuol fare agire il fluido elettrico con la sua forza repulsiva, si eseguono, come vedremo in seguito, in modo più semplice, più esatto e più comodo con la bilancia che abbiamo descritto nella nostra prima memoria. [21]

 

Seconda osservazione

Se ci si volesse servire del medesimo metodo per determinare la quantità di elettricità che viene suddivisa tra un globo elettrificato ed un corpo conduttore di forma qualsiasi messo a contatto con questo globo, ecco come ci si può comportare: dopo aver caricato il globo e determinato, in questo primo stato tramite le oscillazioni, la sua azione elettrica sulla placca dell'ago ad una distanza data, si farà subito dopo toccare il globo dal corpo conduttore che deve prendere una parte dell'elettricità del globo; e, allontanando questo corpo dal globo, si determinerà nuovamente con le oscillazioni dell'ago la quantità di elettricità che resta al globo; la differenza tra questa quantità e quella che il globo aveva prima del contatto misurerà quella presa dal corpo messo a contatto. [22]

E’ inutile dire che simili esperienze non possono riuscire bene che nelle giomate molto secche quando i corpi isolati perdono lentamente la loro elettricità; che bisogna tener conto di questa diminuzione di elettricità nella riduzione delle esperienze che si succedono; che bisogna evitare che si formino correnti d'aria nella stanza dove si opera e allontanare tutti i corpi conduttori di almeno tre piedi dal globo elettrizzato, e anche dall'ago: ma ripetiamo che quando poi determineremo, con esperienze e con la teoria, come il fluido elettrico si distribuisca nelle diverse parti dei corpi, si vedrà che tutte queste esperienze riusciranno molto meglio con la bilancia elettrica, piuttosto che con il metodo delle oscillazioni che abbiamo appena spiegato. [23]