Sezione di Medicina


La sezione di medicina si articola in tre sale intitolate a grandi maestri della Medicina: l’anatomico Antonio Scarpa, il patologo chirurgo Luigi Porta, l’istologo e patologo Camillo Golgi. Esse facevano parte del Gabinetto di Anatomia, dove si trovava il Museo anatomico, che era stato iniziato da Rezia e continuato da Scarpa, Panizza e quindi da Zoja che ne lasciò la descrizione in un’opera a stampa. E’ attualmente in allestimento una quarta sala destinata ad accogliere le acquisizioni più recenti, tra le quali la sezione di ematologia, intitolata ad Adolfo Ferrata e il primo laboratorio di microscopia elettronica, istochimica e genetica. La sezione comprende strumenti, cimeli e preparati anatomici relativi soprattutto alla seconda metà del 1700, al 1800 ed al nostro secolo ed esposti nelle scansie fatte costruire dallo stesso Scarpa nel XVIII secolo in stile veneziano, in verde chiaro, con decorazioni scure, fregi e figure allegoriche di notevole pregio artistico. Il materiale anatomico, che costituisce la parte preponderante delle collezioni, è costituito da preparati in parte a secco ed in parte conservati in alcool o in soluzione di formaldeide riguardanti diversi settori e realizzati allo scopo di illustrare particolari interventi chirurgici o la risposta a situazioni sperimentali, oppure per dimostrare distretti anatomici di peculiare interesse.


Cenni di storia della medicina pavese

Nella prima metà del 1700 la didattica medica pavese, nonostante la rivoluzione scientifica in corso dal 1500 (1) , era ancorata a canoni tradizionali: la lectura almansoris, attivata a Pavia sin dal 1400 e rintracciabile ancora nelle Tabulae Lectorum del 1741 prevedeva ancora l’insegnamento dei precetti di Ippocrate, Galeno, Oribasio, Ezio, Paolo d’Egina, attraverso la lettura del medioevale Kitabu-L-Mansuri, la famosa opera del celebre medico persiano Rhazes, vissuto prima dell’anno 1000! Nel 1728 viene chiamato ad Lecturam Almansoris il protochirurgo dell’Ospedale S. Matteo Gerolamo Grazioli, primo maestro di Brambilla. Il piano scientifico del 1773, voluto da Maria Teresa nell'ambito della riforma dell'Università di Pavia, doveva servire “di scorta e direzione ai professori per dirigere la pubblica istruzione nelle scienze”; esso era profondamente innovatore, e rappresentava sulla carta l’attuazione didattica della medicina propugnata da Marcello Malpighi (1628-1694) con il suo De recentiorum medicorum studio, cui erano seguite nel 1712 la prolusione Nova Institutionum Medicarum rerum idea medicum perfectissimum adumbrans, di Giovanni Battista Morgagni, (1682-1771), e nel 1715 la prolusione De recta medicorum studiorum ratione instituenda di Giovanni Maria Lancisi (1654-1720). La riforma teresiana ebbe poi il suo completamento con i provvedimenti di Giuseppe II tra i quali il Piano degli studi per la facoltà medica dell’Università di Pavia redatto da Johann Peter Frank nel 1785-1786 e reso esecutivo nell’anno seguente. Enunciamo qualche punto programmatico desunto dalle orazioni di Scarpa e dal piano di riforma:

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Aggiornamento dei piani degli studi ai progressi scientifici del tempo, con insegnamenti qualificati e qualificanti, ricchi di sperimentazioni e con intenti non solo speculativi, ma anche pratici.

· Affidamento dei compiti scientifici e didattici a maestri di sperimentato valore o molto promettenti.

· Ampliamento e rinnovamento delle strutture universitarie, con la creazione di nuovi ambienti di studio e ricerca.

· Potenziamento della biblioteca e delle attrezzature scientifiche.

· Esistenza di una stretta relazione tra l’anatomia umana, l’anatomia comparata, l’anatomia patologica, la chirurgia e la clinica chirurgica.

· Necessità nel campo della ricerca scientifica di un continuo rinnovamento delle tecniche d’indagine

· Necessità all’interno dell’insegnamento di un continuo aggiornamento dei metodi didattici.

Fondamentale importanza delle preparazioni anatomiche su cadaveri e importanza della loro conservazione a fini didattici.


1. Il 1500 rappresenta il secolo del trionfo della nuova anatomia; la dissezione del cadavere, cioè la sua scomposizione negli organi costitutivi, dei quali ci si preoccupa finalmente di descrivere forma, dimensioni, caratteri fisici e rapporti anatomici, significa anche la demolizione del sistema anatomo-fisiologico di Galeno. Quest’ultimo, infatti, tradizionalmente trasmesso con valore di dogma, impediva da secoli il progresso nel campo medico-biologico, con nefaste conseguenze in campo applicativo. Si trattava di un vero e proprio attacco elevato al “principio di autorità” in nome dell’esperienza e del libero esame.