Nel XVIII secolo, Maria Teresa d'Austria, nell'ambito del suo nuovo piano per la migliore direzione e riordino dell'Università' propose una modernizzazione dell'antico edificio. L'incarico fu affidato all'architetto Giuseppe Piermarini che si occupò della facciata e quindi dei cortili dove arrotondò gli archi e sostituì la copertura a cassettoni dei loggiati con soffitti a volta.
Cortile di Volta In origine chiamato il portico legale, poiché era circondato dalle aule della Facoltà di Legge, deve la denominazione corrente alla presenza della statua di Alessandro Volta scolpita da Antonio Tantardini nel 1878 in occasione del centenario della nomina di Volta a professore di fisica sperimentale a Pavia. Volta è raffigurato in toga professionale con la pila nella mano sinistra . Nei muri perimetrali, sotto il portico si possono ammirare numerose pietre tombali e epigrafi in memoria. Le più antiche e interessanti risalgono al XV e XVI secolo e sono dedicate ad alcuni dei più famosi insegnanti di Pavia.
Lo svolgimento di lezioni aperte al pubblico, nelle quali la teoria fosse accompagnata da esperimenti (i più interessanti) era esplicitamente previsto nel piano di rinnovamento dell'Università voluto da Maria Teresa. Per accogliere il folto pubblico che assisteva alle lezioni di Volta, Giuseppe II, nel 1785 ordinava la costruzione di una nuova aula per la Fisica da collocarsi nel lato est del Portico Teologico. I lavori vennero affidati all'architetto Leopoldo Pollack, che li concluse nel 1787. L'aula ripete lo schema del Teatro Olimpico del Palladio a Vicenza, con cui presenta analogie sia strutturali sia decorative. Anche il motivo delle nicchie con statue costituisce una chiara citazione di Palladio. Essendosi danneggiato l'originale soffitto piano, l'architetto Marchesi lo sostituì, dopo il 1828, con l'attuale copertura a conchiglia.
I primi disegni di questo edificio furono messi a punto fin dal 1837 dall'architetto Marchesi e i lavori furono ultimati nel 1850. Il bassorilievo del timpano, eseguito dallo scultore Antonio Galli, rappresenta Alessandro Volta, in veste di Rettore, nell'atto di conferire un diploma di laurea. Nello stesso edificio si fondono due fondamentali tipologie del mondo classico: quella del tempio, per l'esterno, con tanto di pronao a colonne corinzie e di timpano completato da sculture, a indicare la sacralità del luogo e, per l'interno, quello della basilica, a indicarne l'utilizzo civile e pubblico. Nel 1785 Leopoldo Pollack venne chiamato come sostituto di Piermarini per la realizzazione del nuovo Teatro Anatomico , che venne portato a compimento dopo aver preso contatto con il professore di anatomia Antonio Scarpa per conoscere le esigenze legate alla moderna impostazione dell'insegnamento e della ricerca. La realizzazione del progetto fu tempestiva e nel 1786 i lavori volgevano al termine. L'aula semicircolare è da mettere in relazione ai modelli dei teatri antichi e all'esempio della realizzazione palladiana del Teatro Olimpico di Vicenza. Sul lato corto si aprono tre grandi finestre a tutto sesto, alle quali se ne aggiungono altre due, una per ogni parte, all'innesto del lato curvo; tra una finestra e l'altra sono dipinte delle urne cinerarie con geni alati di tipo funerario. Il motivo ad arco incominciato dalle finestre è moltiplicato dalle nicchie che si susseguono lungo tutto il lato curvo e contengono i busti marmorei di Scarpa, Panizza, Zoya, Sala, Pensa, Brambilla, Frank e Porta. La cavea, interamente realizzata in legno, è completata da balaustre a pilastrini; banchi e cattedra costituiscono due zone del tutto isolate con accessi separati. L'aula ebbe in un primo tempo il soffitto a cassettoni previsto da Pollack, come risulta anche dalle incisioni di Pietro Gilardoni del 1795, mentre l'attuale volta e la lanterna sono dovute al rifacimento del Marchesi, negli anni successivi alla restaurazione austriaca. Il soffitto ad ombrello innesta con naturalezza ogni spicchio sull'arco delle nicchie ed è dipinto da seguaci di Appiani con candelabre a grottesche pompeiane alternate a figure alate che reggono i ferri del chirurgo. La decorazione ad affresco subì un primo restauro nel 1873 ad opera dei pittore pavese Carlo Sara, su incarico del rettore Francesco Cattaneo e un successivo restauro nel 1952. Il prospetto esterno è di grande rigore formale: il muro a bugnato è interrotto dalle tre finestre ad arco rette da piccole mensole; nel timpano, un oculo contiene un vaso cinerario. L'argomento fondamentale di un'aula di anatomia, cioè la morte, è chiaramente espresso dai cippi e dai vasi funerari, perché come il periodo neoclassico esigeva, la funzione di un luogo doveva essere manifestata anche dalla decorazione. L'aula venne in seguito dedicata ad Antonio Scarpa che si era proposto di fare della scuola anatomica pavese 'la prima in Europa'. Scarpa aveva aiutato Pollack con richieste e consigli durante la progettazione dell'aula e l'aveva lui stesso inaugurata il 31 ottobre 1785 con un solenne discorso
|