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Il dibattito Volta-Galvani
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"La tempesta che l'apparizione del Commentario provoco' nel mondo della fisica, della fisiologia e della medicina può essere confrontata solo con quella che nello stesso periodo stava montando sull'orizzonte politico dell'Europa".(DuBois )
Nel 1791 Luigi Galvani (1737-1798), anatomista e fisiologo bolognese, pubblica un'opera rivoluzionaria: il Commentarius. In essa rivela una straordinaria scoperta: le rane, pur decapitate e scuoiate, sono in grado di produrre ampi e duraturi movimenti delle zampe, se vengono collegati alcuni loro nervi e muscoli. Gli esperimenti di Galvani sono facilmente riproducibili e nel 1792 il volume, in una seconda edizione, suscita l'interesse di numerosi scienziati. Tra questi Alessandro Volta (1745-1827), fisico dell'Università di Pavia, che passa da un iniziale entusiasmo ad una profonda critica. |
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Galvani infatti sostiene l'esistenza di una elettricità specifica degli animali che si origina nel cervello, si propaga tramite i nervi e si immagazzina nei muscoli. La scarica di questi ultimi è all'origine delle contrazioni. Il programma di ricerca di Galvani si può quindi caratterizzare con un principio di tipo vitalistico: il movimento delle zampe delle rane è dovuto all'elettricità generata nel cervello delle rane vive; il modello cui questo principio viene associato si basa su un'analogia dei muscoli delle rane con una bottiglia di Leida: entrambi immagazzinano l'elettricità, che è poi pronta ad essere scaricata, anche dopo la morte delle rane, producendo le famose contrazioni. Gli strumenti di Galvani sono quelli tradizionali dei fisiologi, con l'aggiunta di numerosi strumenti elettrici. Praticamente assente nella fisiologia dell'epoca l'aspetto quantitativo. |
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Il programma di ricerca di Volta invece sottolinea il ruolo dei conduttori (metalli e conduttori umidi) come
"motori" dell'elettricità e così facendo giunge ad identificare il potenziale di contatto. Volta nega un'elettricità specifica del mondo animale, interpreta l'elettrostatica alla luce delle proprie innovative concezioni, basate su di un principio di ritorno del fluido elettrico ad una condizione iniziale di equilibrio, su di una tendenza (tensione) del fluido elettrico ad espandersi, su una strumentazione originale che con l'elettrometro condensatore riesce a misurare il potenziale di contatto, su una quantificazione basata sul paradigma della fattorizzazione, ovvero sul prodotto di una grandezza estensiva per una intensiva. Per Galvani le rane sono generatori di elettricità, per Volta sono solo dei rivelatori dell'elettricità prodotta nel contatto tra conduttori di specie diversa. |
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Nel corso del dibattito Galvani mostra movimenti nelle rane anche in assenza di contatti metallici, Volta la tensione dovuta al contatto bimetallico anche in assenza delle rane. Galvani tende a contrapporsi alle teorie fisiologiche dell'epoca basandosi sulla elettrostatica standard; Volta modifica l'elettrostatica standard per mostrare la non specificità dell'elettricità "animale": anche il mondo non organico manifesta una "tensione" ad espandersi del fluido elettrico, i conduttori manifestano una "forza elettromotrice". Galvani fonda l'elettrofisiologia, Volta cercando di imitare nel mondo non organico i fenomeni evidenziati da Galvani dapprima (rane) scopre il potenziale di contatto e poi (torpedini) inventa la pila. |
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Il dibattito tra Galvani e Volta ha per sfondo storico-politico la fine del dispotismo illuminato e la vittoria della rivoluzione francese. E' significativo che a Parigi nel 1801 Napoleone premi Volta per l'invenzione della pila. Per capire i programmi di ricerca dei due scienziati è opportuno inserire il dibattito nel contesto scientifico, culturale, epistemologico di fine Settecento. Gli esperimenti e gli strumenti di Galvani e Volta ebbero enorme successo e modificarono gli sviluppi della scienza, le loro teorie stentarono ad affermarsi, anche perché in contrasto con i modelli standard dell'epoca. |
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