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GLI ULTIMI ANNI DI UN GENIO DELL'OSSERVAZIONE
Con il nuovo secolo la creatività scientifica di Camillo Golgi si esaurì. Continuò a pubblicare qualche lavoro ma dovette dividersi con i nuovi impegni alla direzione dell'Università di Pavia di cui fu nuovamente rettore dal 1901 al 1909 e al Senato del Regno Italico di cui divenne membro a partire dal 1900. Nel 1906 raggiunse l'apice della sua fama internazionale con l'assegnazione del premio Nobel per la Medicina, che condivise col suo antagonista scientifico Santiago Ramón y Cajal (14). L'anno dopo la scuola di medicina tropicale dell'Università di Liverpool gli conferiva la prestigiosa medaglia Mary Kingsley intitolata al nome di una famosa viaggiatrice-esploratrice dell'Africa, morta nel 1900. Un riconoscimento che andò anche ad alcuni dei massimi esponenti dell'infettivologia come Robert Koch, Alphonse Laveran e Patrick Manson. Nel corso della sua vita Golgi ottenne lauree honoris causa dalle Università di Cambridge nel 1898, Ginevra nel 1909, Kristiania (Oslo) nel 1911, Atene nel 1912 e dalla Sorbona di Parigi nel 1923. Durante la prima guerra mondiale diresse l'Ospedale Militare organizzato nell'antico Collegio Borromeo di Pavia e diede impulso al trattamento riabilitativo dei feriti di guerra (15); dopo il conflitto continuò a lavorare nel laboratorio pubblicando lavori scientifici fino al 1923. Ma quando morì a Pavia il 21 gennaio 1926 quest'uomo così carico di gloria era apparentemente un vinto: aveva perso la battaglia contro Cajal e la teoria del neurone che stava trionfando. A distanza di tanti anni possiamo tuttavia dire che il suo è stato, in realtà, uno dei nomi più vincenti nella storia della biologia: la sua formidabile reazione nera fornì la chiave per schiudere la misteriosa "scatola nera" encefalica, costituendo la stele di Rosetta per la decifrazione del crittogramma nervoso, mentre uno dei componenti fondamentali della cellula eucariotica porta il suo nome. Se, come è stato scritto, diventare un eponimo costituisce una via maestra per l'immortalità, Golgi l'ha certamente percorsa fino in fondo.
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