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LA SCUOLA GOLGIANA COME BLOCCO DI POTERE ACCADEMICO   


   
La tradizione morfologica pavese


   
Il doppio binario della formazione scientifica di Camillo Golgi


    La nascita ed il primo sviluppo della scuola golgiana


La scuola golgiana come blocco di potere accademico

La scuola golgiana come blocco di potere intellettuale


   La scuola golgiana come atteggiamento metodologico ed epistemologico


 Principali allievi della scuola golgiana


L'esaurimento della scuola golgiana


                               
Un'importante tappa nel consolidamento del potere di Golgi nell'Università di Pavia fu l'incarico della patologia generale che gli venne assegnato nel 1879, seguito il 13 marzo 1881 dal conferimento della relativa cattedra. Da quel momento tenne l'incarico del corso di istologia e la direzione del Gabinetto istologico e di quello della patologia sperimentale, avendo così una doppia opportunità di sistemare gli assistenti.
Golgi, tuttavia, non guardava solo alle scienze pure ma, avendo ottenuto un primariato ad honorem nell'Ospedale san Matteo, riusciva ad essere presente a Pavia (e anche in altre sedi) come clinico, facendo sentire la sua influenza nei concorsi per i primariati ospedalieri (36). Altri passi importanti nella sua scalata a posizioni di grande prestigio e soprattutto di autorità furono l'elezione a membro dell'Istituto Lombardo. a socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e a membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Posizioni dalle quali era in grado di influenzare l'assegnazione di premi di studio e sovvenzioni, o di bloccare, addirittura, concorsi sfavorevoli (37).
A partire dai primi anni '80 Golgi, con l'amico Bizzozero, ebbe una notevole influenza nell'assegnazione delle cattedre universitarie di patologia generale, istologia, anatomia ed anatomia patologica ed in minor misura in quelle di igiene, medicina legale, farmacologia e neuropsichiatria. Sistemare gli allievi era certamente un'estensione delle aspirazioni scientifiche di Golgi e la sua influenza si esercitava direttamente con la partecipazione alle commissioni concorsuali o indirettamente. cooptando commissari appartenenti alla "scuola" ma che potevano avere voce in capitolo anche in branche diverse dalla patologia generale e dall'istologia. Romeo Fusari, Luigi Sala e Antonio Pensa, ad esempio. diventarono docenti di anatomia, Achille Monti di anatomia patologica. Casimiro Mondino di clinica psichiatrica e neuropatologica, Francesco Radaeli di clinica dermosifilopatica, Amilcare Bietti e Ferruccio Tartuferi di clinica oculistica, Ottorino Rossi di clinica delle malattie nervose e mentali. Ovviamente questi non erano soltanto risultati derivanti dall'esercizio del potere; la realtà fu che passare un certo periodo nell'Istituto di patologia generale, acquisirne la mentalità rigorosa, legare il nome ad una pubblicazione che conteneva sempre qualche cosa di nuovo ed interessante (dato che il maestro era tutt'altro che facile nel dare l'imprimatur) (38) voleva dire accreditarsi scientificamente e iniziare bene una carriera scientifica.
L'assunzione delle cariche accademiche locali più importanti, come quella di rettore dell'Università (ricoperta in due diverse occasioni) e di preside della Facoltà di medicina, gli permise di ampliare le strutture del suo istituto ed i laboratori di ricerca che si trasferirono in un ampio stabile, sito nello storico Palazzo Botta, non senza rumorosi strascichi polemici sulla stampa locale (39). Del resto Golgi era consapevole di dirigere l'istituto di ricerca biologica più importante d'Italia e al suo ampliamento dedicava molto del suo tempo forse anche a costo di seguire procedure amministrative e burocratiche non proprio regolari ed ortodosse. Con il trasferimento nella nuova sede l'Istituto di patologia generale di Pavia fu in grado di accogliere un grande numero di studenti e specializzandi provenienti anche dall'estero e molti dei maggiori biologi e clinici italiani della prima metà del ventesimo secolo vi fecero tappa.
Golgi, tuttavia, non si accontentò del potere che derivava dalla sua posizione nell'Università ma cercò anche di esercitare la sua influenza localmente attraverso il diretto coinvolgimento nella vita politica pavese. Nel 1893 venne eletto come esponente della corrente moderata nel Consiglio comunale di Pavia e nel 1897 diventò assessore all'Igiene. La sua azione amministrativa fu pesantemente attaccata dalla stampa locale che lo accusò di gestione personale (e clientelare) del potere e nelle elezioni del giugno 1899 dovette subire una bruciante sconfitta elettorale (40). Tuttavia l'anno dopo ebbe la sua resurrezione politica in ambito nazionale con la nomina a senatore del Regno. Da questa posizione sviluppò la sua lunga battaglia contro la fondazione di una seconda università in Lombardia, percepita come un pericolo mortale per la sopravvivenza stessa dell'Ateneo pavese, al quale avrebbe potuto potenzialmente sottrarre fondi, studenti e docenti di prestigio. Solo per il costante impegno `contro Milano' di Golgi, la cui influenza aumentò con l'assegnazione del premio Nobel per la Medicina nel 1906, l'Università di Milano tardò la sua istituzione fino al 1924 (41).
Quella di Golgi fu una posizione di potere accademico che derivava, prima di tutto, dalla sua grande statura scientifica, poi dal suo carattere e dalla forte volontà. Aveva assai marcato il senso di appartenenza alla "scuola" dei suoi allievi che difendeva a spada tratta nei concorsi e dai quali pretendeva fedeltà scientifica e personale, anche se non sempre gli andò bene (42).

(36) Golgi fu addirittura richiesto di esser parte nelle commissioni per il posto di primario ospedaliero in chirurgia. Cfr. la lettera di Scipione Riva-Rocci a Golgi, 4 marzo 1903 in MUSEO PER LA STORIA DELL'UNIVERSPI'A DI PAvia, ARCHIVIO GOLGI, Catalogo Veratti, VII-I12.
(37) PAOLO MAZZARELLO, Camillo Golgi e Roberto Rampoldi: storia di un conflitto accademico e politico, "Bollettino della Società Pavese di Storia Patria", 2003, p. 167-212.
(38) EUGENIO MEDEA, Come, quando, dove li ho conosciuti, Torino, Edizioni Minerva Medica, 1966, p. 4.
(39) "La Provincia Pavese", 21-22 luglio 1899; LEOPOLDO MAGGI, Su la sottrazione di locali al nuovo Istituto di Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Pavia nell'ex palazzo Botta. Protesta presentata il 24 febbraio 1895 all'onorevole presidente della deputazione provinciale di Pavia, Pavia, Tipografia e Legatoria Cooperativa, 1895; LEOPOLDO MAGGI, L'Istituto di Anatomia e Fisiologia comparate e di Protistologia della R. Università di Pavia, "Bollettino Scientifico di Pavia", 21 (1899), p. 120-127.
(40) MARINA TESORO, Democrazia e amministrazione: la prima giunta popolare' a Pavia (1899-1902), "Annali di Storia Pavese", 6-7 (1981), p. 119-128; MAZZARELLO, Camillo Golgi e Roberto Rampoldi, in corso di stampa.
(41) Sull'antagonismo pavese-milanese in rapporto alla fondazione dell'Università di Milano si rimanda all'importante saggio analitico di ELISA SIGNORI, Minerva a Pavia. L'ateneo e la città fra guerra e fascismo, Milano, Cisalpino, 2002, part. p. 49-116. Sugli stessi temi anche MAZZARELLO, La struttura nascosta, p. 417-420, 424-425, 429-430, 464-465, 503-504; ANTONIO PENSA, Ricordi di vita universitaria (1892-1970), (a cura di BRUNO ZANOBIO), Bologna, Cisalpino-Monduzzi, 1991, p. 139140, 156-163, 179-188, 192-193 e l'articolo polemico di CAMILLO TERNI, Università di Pavia e Università di Milano nel pensiero della maggioranza dei medici lombardi, spunti critici e polemici, Milano, Tipo-Litografia Prata, 1925. Sulla nascita dell'Università di Milano cfr. ENRICO DECLEVA, La nascita dell'Università degli Studi e il sistema universitario milanese negli anni '20, in Storia di Milano, 18/2, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1996, p. 717-742.
(42) Due casi lo amareggiarono profondamente, quello dei suoi allievi Achille

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